La fotografia di ritratto è senza dubbio una delle forme d’arte fotografiche più emozionanti. Fotografare le persone per molti è affascinante, perché amano l’idea di poter fermare per sempre un’espressione che non tornerà più, uno sguardo unico.
Ecco, è proprio l’unicità delle persone che spinge molti fotografi a cercare sempre nuovi volti da ritrarre, nuovi sorrisi da immortalare.
NON È FACILE FOTOGRAFARE LE PERSONE
Tuttavia, a differenza di quanto si possa pensare, fotografare le persone non è sempre così facile o, per lo meno, non lo è se si è alla ricerca del ritratto perfetto dal punto di vista tecnico, soprattutto quando non si lavora in studio ma all’aperto, senza luci artificiali appositamente studiate e senza artifici atti a migliorare il risultato.
COGLIERE L’ATTIMO O PREPARAZIONE?
Si tende poi anche a pensare che per fotografare una persona sia sufficiente cogliere l’attimo, scattare un’istantanea improvvisa per ottenere un risultato soddisfacente e questo è in parte vero. Ma dietro la fotografia ritrattistica c’è solitamente una preparazione notevole atta ad esaltare la bellezza e la peculiarità di quella persona attraverso un’immagine statica, che deve saper comunicare un’emozione all’osservatore.
Non posso negare che fotografare le persone in studio sia più semplice, soprattutto quando devo ritrarre le persone. Non sto ovviamente dicendo che i fotografi “da studio” siano “meno bravi”, ma faccio solo riferimento al fatto che in studio posso progettare accuratamente le luci da usare ed il risultato che ottengo è sempre perfettamente in linea con quanto mi aspetto (ovviamente conta molto anche l’esperienza).
Ad ogni modo, nonostante mi risulti più semplice la fotografia in studio, io amo scattare sopratutto all’aperto, sfruttando al meglio la luce naturale e contestualizzando lo scatto in una scenografia naturale. È certamente un lavoro più concettuale e lungo se si è alla continua ricerca della perfezione, però questi scatti solitamente sanno regalare delle soddisfazioni che raramente raccolgo negli scatti in studio.
MOMENTI MIGLIORI PER FOTOGRAFARE LE PERSONE
Personalmente, io non amo scattare nelle ore centrali del giorno, quelle che:
- nel periodo estivo vanno dalle 11 alle 15 circa
- nel periodo invernale dalle 12 alle 14.
Il motivo di questa mia scelta deriva dal fatto che in queste ore la luce del sole è perpendicolare, o quasi, e questo incide notevolmente sulla resa degli scatti e sulle ombre risultanti, creando un effetto estetico non gradevole. La luce di queste ore è dura, tagliente ed accecante, piuttosto avversa se si vogliono realizzare ritratti di un certo tipo. Quando, invece, il sole comincia la sua discesa (fino ad arrivare al tramonto) oppure non ha ancora raggiunto la sua altezza massima, la luce è più soffusa, meno incidente e la preferisco.
Bisogna sempre ricordare che, soprattutto quando si devono fotografare i volti umani, la qualità della luce è fondamentale per giocare con le zone d’ombra ma, al tempo stesso, lavorare sui lineamenti del viso per renderli quanto più gradevoli possibile.
Tralasciando per un attimo il discorso sulla luce, esistono tanti altri fattori che devono essere tenuti in considerazione quando si decide di effettuare una sessione di scatti in esterna. Ci sono:
- la location;
- la strumentazione ed accessori vari che possono servire per gestire la luce;
- l’impronta da dare al servizio, ossia la storia che si desidera raccontare;
- ma secondo me non deve mai mancare la fantasia e la voglia di sperimentare qualcosa di nuovo.
La forza delle location esterne è proprio la possibilità di spaziare e di inventare, tralasciando le solite fotografie di ritratto posate o, comunque, scontate, e provando a realizzare fotografie capaci di stupire e di lasciare piacevolmente sorpresi gli osservatori.
ATTREZZATURA IDEALE PER FOTOGRAFARE LE PERSONE
Quel che porto sempre io quando devo affrontare una sessione di scatti a persone non in studio sta comodamente in una piccola borsa da fotografo. Oltre alla macchina, porto sempre un obiettivo 85mm a ottica fissa (considerando il formato fullframe), che mi garantisce il giusto compromesso per realizzare la maggior parte degli scatti, ma ho sempre con me anche un medio-tele zoom piuttosto luminoso (mai inferiore a f/4) per realizzare scatti particolari.
Questa non è una regola universale per chi desidera eseguire fotografie di ritrattistica ma usare delle ottiche con una buona luminosità è utile soprattutto quando non si lavora in studio perché ci si deve basare sulla luce naturale che, in molti casi, ha un’intensità inferiore rispetto a quella artificiale nelle ore ideali.
Per quanto riguarda la lunghezza focale dell’obiettivo, invece, l’unica regola che esiste nel perfetto manuale del fotografo ritrattista è che gli scatti non dovrebbero mai essere eseguiti con obiettivi grandangolari, ossia con lunghezza inferiore ai 50mm (considerando il formato fullframe).
Anche in questo caso non si tratta di una regola universale, ma indubbiamente il motivo di tale affermazione sta nell’effetto distorsione che genera questo tipo di obiettivo sul volto umano mentre con i teleobiettivi o i medio-tele, i lineamenti vengono addolciti e affinati, diventando più gradevoli.
LE REGOLE VANNO A VOLTE ANCHE INFRANTE
Per quanto mi riguarda ritengo che le regole siano state scritte anche per essere infrante, ovviamente con consapevolezza. Infatti nelle mie sessioni di scatto non manco di sperimentare pose e ritratti con obiettivi grandangolari o non propriamente indicati.
Il grandangolo nella fotografia di ritratto non deve essere visto assolutamente come un nemico. La luce naturale obliqua delle ore estreme della giornata è una grande alleata per scatti di questo genere: ovviamente gli scatti non devono essere fatti a una distanza ravvicinata al soggetto per evitare che l’effetto distorsivo venga accentuato. Ti consiglio invece di provare a scattare lateralmente al sole, in modo tale da sfruttare a proprio vantaggio le ombre.
L’unico limite probabilmente è quello di non effettuare dei close-up troppo spinti con un obiettivo grandangolo, perché in quel caso il risultato quasi mai è pienamente soddisfacente, anzi. Il grandangolo va bene per realizzare fotografie in esterna in piano americano, per esempio, con luci particolari.
Per l’obiettivo tele, invece, non ci sono di questi problemi e anche i close-up più stretti mantengono l’armonia dei lineamenti e delle forme. I libri da cui ho studiato consigliano in linea di massima di scattare con focali comprese tra 85–105: questo è il range perfetto in cui è possibile sbagliare.
TRUCCHI PER FOTOGRAFARE AL MEGLIO SENZA UTILIZZARE LO STUDIO
Quando si fotografa senza l’ausilio di uno schema o progetto di luci controllate di uno studio bisogna sfruttare al massimo quella del sole.
Molte volte, nella fotografia di ritratto, l’oggetto che mi ha salvato è stato il pannello riflettente: non è sempre necessario acquistare quelli professionali nei negozi specializzati, spesso è sufficiente utilizzare anche un cartoncino bianco, che come tutti sanno è un colore particolarmente riflettente e per fare qualche lavoro può essere idoneo.
Si utilizza nei controluce, indirizzando i raggi nella direzione desiderata e si impiega anche quando si scatta con il sole quasi perpendicolare: questa è una tecnica non esattamente per principianti, ci vuole un po’ di pratica per realizzarla con successo, ma può essere un buon escamotage quando non si hanno altre possibilità di scatto in orari della giornata differenti.
LA LIBERTÀ DI NON USARE IL TREPPIEDE
Quando non fotografo in studio, inoltre, non ho mai con me il treppiede, è una scelta personale di stile, perché così come amo scattare in una location che mi dà una sensazione di libertà, allo stesso tempo non voglio essere relegato a un cavalletto per immagini statiche ma mi piace muovermi e, se è necessario, non esito ad assumere posizioni non convenzionali pur di ottenere lo scatto che ho in mente.
Lavorare a mano libera dà enormi vantaggi ma, ovviamente, impone tempi di scatto sufficientemente veloci e quando si opera senza l’ausilio della luce artificiale può costituire un limite soprattutto se non si dispone di obiettivi abbastanza luminosi.
LA LUCE NATURALE PER RACCONTARE UNA STORIA
La luce naturale è probabilmente l’alleata più stupefacente che un fotografo possa avere perché permette di realizzare incredibili suggestioni, in un gioco di luci e di ombre, che altrimenti con i faretti sarebbe difficile o impossibile realizzare.
I ritratti in esterna nascono proprio per contestualizzare uno scatto e inserirlo in uno scenario per raccontare qualcosa, per esaltare una determinata caratteristica, altrimenti verrebbero effettuati in studio con meno difficoltà.
Ma il segreto che secondo me si nasconde dietro agli scatti alle persone realizzati lontano dagli studi è la fantasia di chi sta dietro la fotocamera: io cerco di non ripetermi mai, vado alla ricerca dell’inquadratura più originale che sia però in grado di sottolineare le peculiarità del soggetto ripreso e sfrutto al massimo quanto ho intorno a me per inserire il tutto in una scena emozionale.
COME SCEGLIERE LA LOCATION
Sono convinto che una scelta giusta aiuti notevolmente nella realizzazione di scatti di qualità. Quando non fotografo in studio amo effettuare le sessioni di scatto nei meandri delle città o negli ampi spazi aperti delle spiagge o della campagna.
Adoro scattare nei borghi più vecchi e non sottovaluto nemmeno la potenza degli scenari industriali. Tuttavia, prima di fotografare le persone lontano dallo studio effettuo dei sopralluoghi e scelgo dove effettuerò lo scatto. Ci sono location che offrono tantissime possibilità ma è importante concentrarsi su determinate porzioni di spazio per evitare di disperdere l’attenzione.
Effettuo degli scatti preliminari senza il modello e valuto quale potrebbe essere la resa finale. Chiunque può scattare in uno spazio aperto senza l’ausilio di particolari supporti fotografici e quel che amo io di questa attività è il senso di libertà che mi regala, anche perché una location esterna non è mai uguale a se stessa.
Foto di copertina by Stas Svechnikov