Le foto di sera hanno sempre il loro fascino. Le luci che si stagliano sull’oscurità, le forme che mutano e si trasformano…
Tutto questo ha un indubbio fascino agli occhi del fotografo. Io amo aspettare quei momenti che seguono il tramonto e resto anche delle ore a fotografare in notturna, catturando quei paesaggi che, magari, con la luce diurna non mi affascinano allo stesso modo.
Ammetto che non è facile fare foto di sera, bisogna avere una buona preparazione di base affinché le foto in notturna abbiano una buona resa e non tutto ciò che è buio e illuminato è fotogenico.
Scegliere il paesaggio giusto, l’edificio giusto e il momento migliore per effettuare lo scatto è fondamentale per la riuscita finale dell’immagine. Spesso occorre aspettare diverse ore, proprio come faccio: la pazienza è la virtù del fotografo ma l’attesa viene sempre, o quasi, ricompensata.
In città, al mare, in montagna e in viaggio sono tantissimi gli spunti che si presentano a un fotografo che voglia immortalare tra i suoi scatti la magia della sera e della notte, quando la luce diventa la miglior alleata proprio sottraendosi e stendendo un velo di oscurità.
FOTO DI SERA AI MONUMENTI
Le fotografie ai monumenti in notturna sono quelle che mi regalano maggiori soddisfazioni. Ammetto, che gran parte del merito degli scatti di questo tipo è merito delle autorità comunali che hanno deciso di valorizzare la bellezza culturale italiana con importanti opere di illuminazione.
Ormai, infatti, i maggiori monumenti del nostro Paese sono stati illuminati in base a precisi progetti che ne esaltano le forme e le linee e così, i palazzi, le statue e i simboli delle città anche di notte ci regalano splendide occasioni di scatto.
Quando mi cimento in questo tipo di fotografia, ciò che mi preme maggiormente è valorizzare il contrasto tra le luci e le ombre, per questo motivo evito accuratamente di utilizzare il flash, così come succede di regola quando effettuo una qualsiasi sessione di scatto in notturna.
Il motivo per cui tendo a tenere sempre il flash ben chiuso nella mia borsa quando scatto in notturna, soprattutto un monumento o un edificio, risiede proprio nella scelta che ho fatto di immortalare quel determinato soggetto in condizioni di scarsa luminosità.
Se lo impiegassi, infatti, sparirebbe il gioco di ombre e di luci soffuse che caratterizza gli scatti serali e non ci sarebbe più la magia che questi creano.
Come si fotografano i monumenti nelle ore serali? Prima di tutto è necessario capire cosa si vuole ottenere, se l’esaltazione di un dettaglio o una visione d’insieme: nel primo caso è bene equipaggiarsi con un obiettivo con apertura molto ampia, possibilmente a ottica fissa, o almeno con un’apertura di diaframma f/2.8, che garantisce, cioè, il passaggio di una quantità di luce abbondante.
Nel caso in cui, invece, si voglia riprendere il monumento nella sua interezza si ottiene un buon risultato anche con obiettivi meno luminosi, perché si ha l’influenza dell’impianto di illuminazione solitamente presente intorno al monumento che agevola le condizioni di ripresa in campo largo nelle foto di sera.
Il segreto per ottenere un buon risultato quando si fotografa un monumento nelle ore serali è trovare l’angolazione di ripresa giusta: la chiave per uno scatto suggestivo, che non evochi le (pur belle) foto da cartolina è proprio quello.
Il rischio è quello di realizzare uno scatto tecnicamente riuscito ma banale e scontato: io personalmente preferisco osare qualcosa e rischiare di perdere uno scatto e qualche minuto di lavoro piuttosto che fotografare quello che fotografano tutti dall’angolazione che utilizzano tutti, che non per forza è la migliore ma, molto spesso, è semplicemente la più facile da realizzare.
Se individui l’angolazione giusta per compiere lo scatto effettua diversi tentativi variando i valori di apertura del diaframma, gioca con la tua macchina e se vedi che ti stai spingendo troppo oltre per i suoi limiti prova a utilizzare la compensazione dell’esposizione e regola manualmente i valori secondo i parametri che reputi più idonei per ottenere lo scatto che desideri.
Altro importante valore da calcolare è il tempo di scatto, da calcolare in base al valore di apertura: il mio consiglio è quello di far attenzione a non usare tempi di scatti eccessivamente lenti quando si scatta sui monumenti e il motivo è presto spiegato.
Più aumenta il tempo di apertura e maggiore è la quantità di luce che colpisce il sensore: la fotografia apparirà sempre più luminosa all’aumentare del tempo e si rischia di perdere il contrasti luce/ombra tipico dei monumenti, soprattutto quando si riprendono i dettagli.
Se, invece, il desiderio è quello del campo largo allora il discorso cambia e anche i tempi lunghi possono avere il loro fascino, purché si abbia con sé il treppiede.
Se quando esco per fare foto di sera il flash potrei anche non portarlo con me, il cavalletto nella mia borsa è obbligatorio che ci sia. Per le riprese in campo largo, infatti, i tempi di esposizione più lunghi permettono di fare una visione di insieme con un illuminazione particolare, regalando sfumature di colore e dettagli che andrebbero altrimenti perduti. Se non sai come scegliere il treppiede idoneo clicca qui per leggere il mio articolo dedicato.
Se proprio ti accorgi che la fotografia non esce, allora agisci sul bilanciamento del bianco: in realtà questa operazione andrebbe effettuata prima di ogni scatto per essere precisi, soprattutto bisognerebbe operare in manuale per garantirsi un risultato all’altezza delle proprie aspettative.
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FOTO DI SERA AI PAESAGGI METROPOLITANI
Personalmente, le foto di sera sono quelle che mi affascinano maggiormente. I paesaggi metropolitani illuminati con la luce artificiale sono qualcosa di ipnotico me è altrettanto vero che non sono facili da fotografare. Prima di tutto, ci sono due modi per fare foto di sera alla città: dall’interno e dall’esterno.
Fotografare dall’interno significa immortalare i vicoli e gli angoli caratteristici, i dettagli nascosti tra le sue pieghe mentre fotografare dall’esterno significa sfruttare le altezze: può essere una collina, come è possibile fare a Roma o a Firenze per citare due degli esempi più lampanti, oppure un grattacielo o un edificio che svetta sugli altri, come è possibile fare a Milano o a Roma. In tutti questi casi si ha la visione d’insieme o di una buona parte della città con un’angolazione dall’alto in basso che permette di riprendere la metropoli o il paese nel suo contesto ambientale.
In questo caso l’obiettivo luminoso è sempre consigliabile per ottenere una resa ottimale delle immagini, soprattutto per le riprese dall’alto, anche se in questo caso è importante fare estrema attenzione all’inquinamento luminoso, soprattutto nelle grandi città.
Quando si fotografa dall’alto una città, infatti, abbiamo in basso l’illuminazione pubblica e in alto il cielo che, stellato o meno, ha un’intensità luminosa decisamente meno vistosa.
Il problema nasce nel momento in cui vogliamo che tutti gli elementi dell’immagine siano bilanciati, riuscendo a immortalare qualche stella scenografica e la luna per rendere ancor più affascinante lo scatto. In questo caso la soluzione più semplice è la doppia esposizione, ossia la sovrapposizione di due immagini esattamente identiche, con le esposizioni diverse per ottenere poi un risultato ottimale.
Per la fotografia interna alla città non ci si discosta molto da quello che ho già spiegato per le foto dei monumenti e, anche in questo caso, raccomando sempre di avere in borsa il cavalletto, per ogni eventualità.
FOTOGRAFARE IL CIELO IN NOTTURNA
Ecco un altro degli aspetti che più mi affascinano ne fare foto di sera: il cielo e le stelle.
Ammetto che è una delle esperienze più complicate della fotografia in esterna, è necessario avere attrezzatura di un certo livello, ottime conoscenze e tanta, ma tanta pazienza. L’ho capito col tempo e adesso è una delle cose che preferisco.
Per me fotografare il cielo significa immortalare i paesaggi sotto una trapunta di stelle che illumina il cielo. Per fare questo devo necessariamente giocare con i tempi di esposizione che devono necessariamente essere lunghi.
L’obiettivo dev’essere molto sensibile alla luce, per essere sufficientemente luminoso da catturare le stelle. Occorre calma, ogni scatto può durare anche 10 minuti a seconda del risultato che si desidera, alcuni fotografi lasciano l’esposizione aperta anche per mezz’ora(*) o di più per ottenere quell’affascinante effetto dei cerchi concentrici dovuto al movimento terrestre.
(*) in questi contesti bisogna stare attenti all’inquinamento luminoso, oppure considerare di fare “la somma” in post-produzione di più scatti singoli che portano ad un totale complessivo di tempi molto lunghi. Oppure, se usi le moderne Olympus, considerare l’uso del LiveComposite.
Il cavalletto, nemmeno a dirlo, non è obbligatorio ma imprescindibile: senza quello non è possibile fare nulla perché i tempi di esposizione necessari per ottenere foto buone sono talmente lunghi che senza il supporto fisso è impossibile realizzare immagini stabili.
Questo genere di foto le eseguo solitamente in montagna o al mare, dove l’inquinamento luminoso è pressoché assente e posso tutta l’attenzione sull’esaltazione della luminosità naturale.
Le fotografie astrali in alta montagna sono le migliori perché l’aria è più rarefatta e non c’è possibilità di interferenze provenienti dalla città, soprattutto nell’arco alpino, nella zona dei ghiacciai perenni: da quelle parti gli scatti al cielo di sera sono quanto di meglio ci si possa aspettare. Ogni volta resto incantato da quanto di bello la natura ha da offrire alla mia macchina fotografica.
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