La perfezione non è di questo mondo e l’idea di creare una foto perfetta appartiene a qualcosa di astratto che ben merita il regno dell’utopia. Ma c’è qualcosa di molto più concreto e raggiungibile: fotografare la perfezione tramite la sezione aurea.
Questo concetto è realistico e si nasconde nella natura, nella geometria delle cose e negli oggetti quotidiani di cui a malapena ci accorgiamo: la sezione aurea. Cos’ha di tanto speciale questa sezione, al punto da essere chiamata “occhio di Dio”?
CHE COS’È IL RAPPORTO AUREO
La sezione aurea è chiamata anche proporzione divina e non risulta incredibile crederlo dato che è alla base di opere umane come architettura, pittura, scultura, ma anche all’interno di strutture anatomiche, forma delle galassie ed elementi del mondo minerale e naturale.
La sezione aurea è un concetto presente in matematica, così come nella musica, nell’arte così come nella zoologia. Quanta magia si nasconde in essa? Risulta chiaro che c’è molto di più in questo concetto.
Teoricamente è il risultato del rapporto tra due grandezze diverse, la cui grandezza maggiore è il medio proporzionale tra la grandezza minore e la somma delle due. Il risultato è un numero irrazionale che viene approssimativamente abbreviato a 1,6.
Questa costante matematica ha origini antiche e venne introdotta in geometria dai pitagorici ma era noto già ai tempi dell’antico Egitto se si pensa che un numero molto vicino a 1,6 è il risultato delle proporzioni della piramide di Cheope. In seguito verrà utilizzata dagli antichi Greci e dai pittori rinascimentali. Ma qual è il motivo di questo manierismo? Perché é ed è stato così importante cercare di introdurlo nelle varie composizioni?
SPIRALE FIBONACCI NELLA FOTOGRAFIA
Il motivo di questa passione smodata per la sezione aurea è che le composizioni strutturate seguendo i suoi rapporti matematici sono molto apprezzate dall’occhio umano per estetica e gradevolezza generale.
Per ottenere una fotografia coerente con essa è necessario utilizzare una griglia ripartita in 9 quadrati (ottenuta tramite una modulazione di due linee orizzontali e due linee verticali). Vi ricorda qualcosa? La regola dei terzi? Ipotesi esatta. Si potrebbe asserire che la regola dei terzi sia una semplificazione della regola aurea.
La differenza è che la sezione aurea utilizza una griglia leggermente diversa con le colonne centrali più strette rispetto a quelle laterali. Il motivo è che questa griglia è conforme ai calcoli della proporzione aurea (vedi foto qui sotto)

PROPORZIONI AUREE
Il quadrato/rettangolo centrale rappresenta il punto diretto dell’osservatore, quello guardato in primis, e i 4 angoli sono i punti di intersezione in cui vanno posizionati gli elementi principali.
La difficoltà è sicuramente nel capire velocemente i punti di intersezione e le linee della sezione aurea che, rispetto alla regola dei terzi, gioca il proprio equilibrio in modo più complesso.
Questo problema era particolarmente sentito nell’era dell’analogico dove i fotografi dovevano affidarsi esclusivamente alla loro immaginazione per cercare di comporre la scena dello scatto coerentemente con la sezione aurea ma oggi è sicuramente più semplice.
Alcuni programmi di fotoritocco permettono di montare in un secondo momento questa griglia (Adobe Lightroom, Capture One-Pro), permettendo al fotografo di ritagliare la foto.
COME AIUTARSI NELLA COMPOSIZIONE DELLA REGOLA AUREA
All’atto pratico, comporre la scena e immaginare una griglia basata sul rapporto tra due grandezze diseguali e immettere gli oggetti o i soggetti lungo le linee o i punti di intersezione non è l’ideale. Il rischio è cercare di ottenere un risultato equilibrato e naturale e ritrovarsi con una foto rigida e sbilanciata. Esistono però due trucchetti che semplificano questo meccanismo e usano due figure geometriche a mo’ di guida: il triangolo aureo e la spirale aurea.
Il triangolo aureo è ottenuto tracciando una diagonale lungo l’inquadratura e un segmento dalla diagonale all’angolo antistante. Ne risulteranno 4 possibili combinazioni il cui punto di intersezione è l’incontro tra la diagonale e il segmento.

La spirale è costruita su una serie di rettangoli aurei, la sua coda parte dall’angolo estremo della composizione e si attorciglia su se stessa nel punto di intersezione, ma quest’ultimo non è l’unico punto focale della ripresa. Anche la curva della spirale fornisce un ottimo spunto per uno scatto degno di nota.

Ovviamente, come nel caso precedente, le combinazioni sono 4 e ciò permette al fotografo un’ampia possibilità di personalizzazione.
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SEZIONE AUREA FOTOGRAFIA: COME APPLICARLA
Molto difficile capire quale composizione si presti alla sezione aurea, la complessità del suo disegno comporta un approccio razionale all’obiettivo e non tutti i fotografi sono contenti di lasciare il proprio istinto in virtù di questo meccanismo composito.
La realtà è che il consiglio è quello di partire scattando foto seguendo la regola dei terzi, più semplice e intuitiva. E solo quando l’occhio avrà interiorizzato questa tecnica, si potrà passare al livello successivo.
La fotografia viene cementata prova dopo prova, fotografia dopo fotografia.
Esistono filtri con griglie della sezione aurea per aiutare i principianti con la messa in atto di questa fantastica tecnica. Una volta conquistata confidenza e scioltezza ci si può cimentare senza filtro, facendo affidamento esclusivo al proprio occhio. Se invece volete provare ad applicare la griglia in post-produzione ricordate di tenervi molto lontani durante gli scatti per poter effettuare un eventuale crop successivamente.

Per il ritratto, la sezione aurea è l’ideale per composizioni decentrate che vogliono ispirare dinamicità all’osservatore. Questa tecnica, al pari della regola dei terzi, vuole portare il fotografo ad un livello superiore permettendogli di affrontare una ricerca fotografica personale e raffinata.
Allo stesso modo anche la fotografia paesaggistica e naturalistica riesce a trovare la sua massima resa grazie ai suoi innumerevoli soggetti che ben riescono a inserirsi all’interno di una scena aurea.
LE CRITICHE ALLA SEZIONE AUREA
Molti fotografi ribadiscono l’impossibilità di questo concetto in quanto basta utilizzare qualsiasi punto di ripresa o analisi di una fotografia per poter in qualche modo trovare la sezione aurea. La difficoltà di ripresa di scatto unita alla facilità con cui questa regola può essere interpretata ha scatenato i suoi detrattori.
La realtà non è sicuramente lontana da quanto asserito ma vi invito a fare delle prove, a scattare una foto senza tenere conto di alcuna composizione studiata e a cropparla successivamente in base alle regole auree.
Guardate la prima foto (naturale, istintiva e pura) e la seconda (studiata, bilanciata, canonica), quale delle due vi piace di più? In base alla risposta saprete se siete amanti delle regole o preferiate qualcosa di più empatico.
Non è sempre detto infatti che le foto scaturite dalla tecnica aurea siano per forza di cose migliori delle altre. Nella storia della fotografia esistono milioni di scatti che non rispettano alcuna regola eppure trasmettono e arrivano ugualmente all’osservatore. Cosa significa questo?
CONCLUSIONE
“Impara l’arte e mettila da parte”, questo detto raccoglie in sé la saggezza e la necessità di imparare per poter osare.
Un buon fotografo legge e studia le varie tecniche e si cimenta in esse, le interiorizza fino a metterle in pratica in maniera naturale.
La sezione aurea merita uno studio scrupoloso a causa della complessità delle sue nozioni ma non deve essere una legge inderogabile per il fotografo. La regola è un concetto a cui ci si può attenere o meno a seconda delle situazioni.
In fondo, una fotografia è fatta anche di colori, bilanciamenti, composizioni, esposizioni, regole visive capaci di trasformare uno scatto ordinario in qualcosa di straordinario. Pensare a tutte queste cose nel momento fatidico espone il fotografo ad una serie di priorità e solo lui stesso deciderà a cosa affidarsi per ottenere una buona foto.
In poche parole, scattate e divertitevi. Non rimanete ancorati al concetto di tecnica pura. Non lasciatevi plasmare dalla ricerca della perfezione perché semplicemente non esiste.
E se esiste, può essere il risultato di una fotografia spontanea scattata in un momento di libertà assoluta e frutto della più grande e sincera passione.
Note: puoi trovare un altro articolo su questo argomento cliccando qui.
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