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Fotografare al teatro. Come affrontare questo contesto fotografico

Alessio Furlan by Alessio Furlan
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Tempo di lettura: 11 minuti circa
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white and black wooden stage

Photo by Keo Oran

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La magia del teatro è nascosta nella sua penombra, nel luogo in cui i personaggi scompaiono e ricompaiono come forse centrifughe della memoria. Laddove le luci rivelano l’Io e la suspense è scolpita nelle ombre delle rughe, nei gesti enfatici e negli occhi di chi si perde nella forza della scena.

Fotografare al teatro è complesso, perché necessita di una buona tecnica, della conoscenza dei tempi del teatro e di un’empatia tale da collimare il proprio talento con la sensibilità di chi riesce a carpire ogni singola emozione, suggellandola nell’eternità di uno scatto.

IL CONTROLLO DELLA LUCE NELLA FOTOGRAFIA AL TEATRO

woman in white dress standing inside dome building
Photo by Gabriel Gonzalez

Il flash in teatro è assolutamente bandito per varie ragioni. In primis, il flash può infastidire gli attori e far perdere loro la concentrazione.

Solitamente nelle rappresentazioni teatrali vi è un ambiente buio, con poche luci di scena, che permettono agli attori di immedesimarsi pienamente nei loro personaggi.

Un flash improvviso potrebbe quindi pregiudicare l’andamento di una serata con disastrose conseguenze.

Un ulteriore motivo è che il flash sfalsa completamente le luci naturali, rendendo il tutto piatto e privo di quella energia tipica del teatro.

La luce diventa infatti un elemento imprescindibile, capace di dare il giusto pathos ad una scena o esaltare la drammaticità dell’atto.

I migliori fotografi teatrali puntano tutto sulla tecnica e sulla capacità di valorizzare la scena con le poche luci a disposizione. Durante il corso della pièce, è abitudine cambiare repentinamente le luci in conformità delle scene.

Il fotografo si trova quindi in una posizione difficile in quanto deve settare la macchina fotografica in continuazione. A volte può esserci troppa luce, altre volte pochissima, altre volte non può fare in tempo a scattare che tutto il set luci è cambiato.

Questa danza continua può essere controllata solo con la velocità del fotografo di cambiare il settaggio velocemente.

L’esperienza e prove su prove possono fare al caso suo. Anche una conoscenza della teoria è utile ed è consigliabile, nel caso della fotografia di teatro, studiare la correlazione tra diaframma, ISO e tempi di scatto.

COME CONTROLLARE IL DIAFRAMMA A TEATRO

La conoscenza del diaframma è un mistero per molti fotografi neofiti. Molti tendono a sminuirne le capacità e a considerare le sue doti sulla sola base della profondità di campo e del bokeh (la tecnica fotografica in cui lo sfondo compare completamente sfocato), ma non è così.

In maniera molto semplicistica, il diaframma è rappresentabile come un foro che regola l’entrata della luce nell’obiettivo.

Minore sarà questo spazio e minore sarà la luce che filtra, con maggiore profondità di campo (ad esempio un diaframma a f/16), mentre maggiore sarà l’apertura e più luce entrerà rendendo la foto molto più luminosa (ad esempio un diaframma a f/1.8).

Maggiore sarà l’apertura e maggiore sarà il rischio di sfocare gli elementi in scena, con il rischio di non riuscire a controllare la composizione.

La scelta di aprire o chiudere il diaframma è quindi personale e parallela al tipo di scena che si vuole raffigurare.

Se durante la rappresentazione c’è un elemento facilmente raggiungibile dal fotografo (che solitamente è ai lati delle quinte o in basso, sotto al palco) e dalla simbologia conclamata e piacevole, allora il fotografo giocherà con questo elemento aprendo velocemente l’apertura del diaframma.

Facendo un esempio pratico, immagina un attore che si getta sul pavimento come in una sorta di preghiera, con le mani protese verso la platea. Un buon fotografo punterebbe l’obiettivo sul particolare delle mani, lasciando che tutto sia sfocato sullo sfondo.

Facendo in questo modo, l’attenzione si concentra solo sul gesto della preghiera, rendendo la foto altamente significativa.

Se invece tutta la scena è ricca di attori e oggetti di scena che riempiono lo spazio, allora è giusto puntare sulla profondità di campo per rappresentare al meglio la composizione. Se usassi un diaframma aperto, in quest’ultimo caso, avresti problemi nella gestione della composizione, portando a casa uno scatto sfocato. Se la scena ha poche luci e non è possibile aprire il diaframma, allora si alzano gli ISO.

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COSA SONO GLI ISO E I TEMPI DI SCATTO

white and black wooden stage
Photo by Keo Oran

L’ISO è la sensibilità luminosa del sensore. Maggiore è l’ISO maggiore sarà la luminosità della foto, così come il suo rumore.

Il rumore indica la presenza di pixel che rendono la foto poco nitida e molto fastidiosa, per ovviare a questo problema si deve abbassare il parametro ISO rendendo la foto più scura. Altro elemento imprescindibile nella fotografia di teatro è il tempo di scatto.

Noto anche come tempo di esposizione, esso rappresenta la durata in cui l’otturatore rimane aperto per permettere alla luce di entrare all’interno del sensore e imprimere l’immagine.

Un tempo di scatto veloce farà entrare poca luce, ma permetterà di imprimere un movimento veloce senza alcun mosso o sfocatura. Al contrario, un tempo di scatto lento farà entrare tanta luce, anche in condizioni scarse, ma sarà contraddistinto da diverse scie di movimento.

La scelta del tempo di scatto è molto personale e dipende dall’effetto finale voluto. Nella fotografia di teatro la scelta del tempo di scatto è legata al tipo di obiettivo, al diaframma e all’ISO.

In poche parole, se si apre il diaframma e si abbassano gli ISO e il tempo di scatto in modo da avere una foto luminosa, nitida, ma con possibili problemi di sfocature.

Se si abbassa il tempo di scatto e si abbassa il diaframma, alzando gli ISO si ha una foto ferma, luminosa, ma con possibile rumore fotografico. Se si alza il tempo di scatto, abbassando gli altri due parametri, si avranno foto mosse.

COME SETTARE DIAFRAMMA, ISO E TEMPO DI SCATTO

Il consiglio è quello di formulare questi 3 parametri in base alle esigenze di luce e alle proprie necessità.

Se la scena ha una buona luce, meglio abbassare i parametri permettendo di fissare lo scatto in maniera chiara, pulita e nitida. Correggendo i livelli in un secondo momento, con la post-produzione.

Se c’è poca luce e non ci sono scene di movimento, puntare su tempi di esposizioni lunghi, un ISO medio (si può spingere fino al limite della macchina fotografica, fino a quando non vedrai comparire troppo rumore) e un diaframma coerente con la scena.

Per scene movimentate, qualora il fotografo non volesse creare un mosso creativo, allora è meglio usare tempi di esposizioni brevi e alzare gli altri parametri, correggendo eventuali problemi in post-produzione.

Parlando di numero si può ipotizzare che un buon tempo di scatto sia dagli 1/80 in su, al di sotto si creerebbe uno scatto troppo buio e inutilizzabile. Per gli ISO intorno ai 1600 o 3200 occorre per dare luminosità alla scena oppure abbassare fino agli 800 per una scena priva di rumore.

Ovviamente questi parametri sono da considerare qualora si utilizzasse la modalità manuale.

Se invece le luci sono repentine e si muovono talmente velocemente da mettere il fotografo in seria difficoltà, si può lavorare in modalità AV, scegliendo l’apertura massima del diaframma e lasciando che la macchina imposti autonomamente i tempi di scatto.

CONOSCERE I TEMPI DEL TEATRO

Il teatro è un copione già scritto e conoscere l’opera che verrà rappresentata è molto utile per partire prevenuti e conoscere in anticipo i momenti salienti della serata.

Alcuni fotografi di scena partecipano alle prove prima della serata, in modo da capire come si muovono gli attori e quali angolazioni sono migliori per essere fotografi.

Puoi chiedere all’organizzatore di partecipare alle prove, qualche ora prima della piéce, oppure cercare su internet informazioni riguardo all’opera che verrà trattata.

Sicuramente la gestione delle luci sarà diversa ma i momenti teatrali saranno gli stessi, eccetto per progetti unici e personali come monologhi, spettacoli scolastici o individuali.

Qualora tu non abbia la possibilità di assistere alle prove e non hai alcuna idea di ciò che verrà rappresentato, unisci il cuore agli occhi. Assisti allo spettacolo come uno spettatore e lasciati coinvolgere emotivamente dalle varie scene.

Questo piccolo consiglio, che appartiene a tutti gli ambiti fotografici e non solo quello teatrale, è il segreto per riuscire a trasmettere anche una piccola parte dell’incanto del teatro e delle sue emozioni.

GLI OBIETTIVI FOTOGRAFICI ADATTI AL TEATRO

people sitting on red chairs watching a band performing on stage
Photo by Martin de Arriba

Per quanto riguarda le ottiche è chiaro: più luminosi sono meglio è. Ciò è strettamente legato al diaframma (ideale è 2.8) ma non solo. Le macchine fotografiche di nuove generazione riescono a sostenere alti ISO con pochissimo rumore e ciò le rende particolarmente adatte a concerti, teatri e serate live.

La scelta di un’ottica è anche legata ad altre caratteristiche: le foto verranno scattate da dietro le quinte? Dalla piccionaia? Dall’ultima fila?

Se sarai spettatore e fotografo dell’opera teatrale e non potrai muoverti dal tuo posto, punta ad un tuttofare versatile che ti permetterà di giocare con lo zoom e riuscire a carpire primi piani o l’intera scena.

Focali da 35mm a 300mm sono quindi caldamente consigliate, anche nel caso tu riesca a effettuare delle riprese da una piccionaia isolata (ideale per non disturbare gli altri spettatori).

Puntare quindi su un 35–70 e un 70–300 ti permetterà di avere un buon controllo e di ricavare scatti molto vari e mai banali.

Se invece sei il fotografo ufficiale e hai libero movimento tra platea, laterali e backstage, puoi spaziare con diverse ottiche e non puoi assolutamente dimenticare un buon grandangolo capace di racchiudere in una foto tutti gli elementi essenziali del teatro: attori, pubblico, luci e “atmosfera”.

ULTIMI CONSIGLI PER IL FOTOGRAFARE AL TEATRO

Prima che tutti gli spettatori si siedano, fai un giro per capire in anticipo le angolazioni più belle e muoverti velocemente, qualora fosse possibile.

Sicuramente durante la piéce, ci saranno momenti silenziosi in cui gli attori saranno fermi e immobili, questi momenti sono ricchi di pathos e coincidono con gli attimi significativi della serata.

Sentire un clic in questi momenti sarebbe molto sgradevole, sicuramente da un punto di vista fotografico sarebbe ottimale cogliere l’attimo, ma ciò distoglierebbe concentrazione all’attore e catapulterebbe immediatamente gli sguardi del pubblico verso di te.

Evita o se proprio non puoi, esistono in commercio delle custodie che ovattano il rumore e permettono di scattare senza problemi. Un altro consiglio è quello di esercitarti preventivamente, a casa o in giro, scegliendo di fotografare in condizioni di luce pessime così da abituare mano ed occhio.

Essere rapidi in questo contesto è fondamentale per non perdere delle bellissime fotografie.

Per evitare di scattare in maniera monotona, ricordare di puntare su diversi tipi di ripresa, alternando primi piani, piani americani, figure intere, foto panoramiche, ecc. Ciò servirà a creare un album finale vario e completo.

La scelta del colore o del monocromatico è personale ma può essere influenzata dal genere di spettacolo che andrai a fotografare Musical, opere danzanti o divertenti puntano su scenografie e luci colorate e sceniche. In questo caso la foto risulterà fedele e coerente con il tema fotografato e la composizione risulterà particolarmente apprezzabile e caratteristica.

A volte però i bilanciamenti possono essere sfalsati, bruciati o difficili da gestire, perciò il fotografo potrà decidere di concentrarsi sulla gestualità degli attori piuttosto che sui contorni, optando per un monocromatico. Se ad esempio c’è il monologo di un attore molto espressivo, nel cui sguardo risiede il veicolo trainante del discorso e nelle cui rughe c’è una plasticità affascinante e dinamica, risulterà scontato che il colore sia superfluo e il monocromatico la scelta d’elezione.

Se invece la scenografia dello spettacolo è stata ampiamente studiata e modula un messaggio cromatico apparente, sarebbe un peccato perderlo e ridurlo in una scala di grigi. In poche parole, la scelta è personale ma usa l’intelligenza per decifrare i segnali visivi per ricavarne il meglio. L’ultimo consiglio, quello scontato e immaginabile, è quello di amare il teatro.

Ama i toni, i colori, le luci, le ombre. Ama ogni centimetro dello sfondo e ogni tassello del palcoscenico. Ama gli attori, le loro voci e i loro visi. Ama le opere teatrali, le parole, le inflessioni e i silenzi. Solo lasciando che la maglia del teatro si instauri dentro di te potrai capire come fotografare e cosa.

Il resto sono solo virtuosismi che il tempo dona ai caparbi e agli ostinati, ma la vera differenza è proprio lì: nel cuore.

Siamo giunti alla fine del post. Aspetto i tuoi commenti e le tue riflessioni nei commenti…! In più, se l’articolo ti è piaciuto, ti chiedo semplicemente di condividere questo articolo sul tuo social network preferito!

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