Il filtro polarizzatore è forse il filtro più usato dai fotografi che però non sanno minimamente come funziona. Sanno che serve, lo comprano, non capiscono bene come funziona, e dopo un pò magari anche lo lasciano in disparte non capendolo fino in fondo.
Cerco con questo articolo di chiarire un pò questo aspetto. Iniziamo da questa domanda: ti è mai capitato di osservare suggestive foto di panorami da riviste di viaggio?
Sono nitide, i colori vivaci e i contorni ben definiti, prive di quelle sbavature che sembrano dovute alla foschia o ad una cattiva messa a fuoco: nuvole candide spiccano su un cielo azzurro che più azzurro non si può e tutti gli elementi del paesaggio sono ben delineati.
In ogni tuo scatto vorresti trovare questa nitidezza ma spesso l’immagine che la tua reflex ti restituisce è molto lontana dal modello di riferimento.
Se sei convinto che tornando a casa puoi migliorare le cose con il photoshop ti dico fin da subito che resterai fortemente deluso: non esiste infatti nessun software in grado di risolvere il problema del riflesso, che poi è quello che immalinconisce la tua foto, le ruba i dettagli e appiattisce lo sfondo.
TI CHIEDI DOVE HAI SBAGLIATO?
Il problema non sei tu e neanche la tua reflex, ma sta piuttosto nella natura della luce e nel suo imprevedibile modo di comportarsi.
Come certamente sai già, la luce è dovuta a impercettibili particelle di pura energia, chiamate fotoni, guidati da un campo ondulatorio di tipo elettromagnetico.
La luce bianca, quella emessa dal sole o dalle nostre comuni lampadine, libera fotoni a svariate frequenze e intensità, e i raggi emessi non si propagano quasi mai perfettamente in fase tra loro: la natura ondulatoria dei campi elettromagnetici causa una luce incoerente e caotica perché, se è vero che questa si muove in linea retta, è anche vero che all’interno del fascio luminoso il moto vibratorio dei fotoni che oscillano è trasversale alla direzione di propagazione.
E quando quel fascio capriccioso e incoerente di luce incontra un materiale diverso dall’aria, le cose possono peggiorare: perdi la leggibilità dello sfondo.
Sono lo oscillazioni perpendicolari al piano di propagazione e parallele fra loro a permettere una visualizzazione chiara e priva di riflessi e sono quelle che producono un angolo riflettente esattamente uguale a quello incidente.
Ma come si fa a raddrizzare un’oscillazione? O per dirla in termini molto più semplici… come puoi fare per ottenere delle belle immagini nitide, i colori vivaci e i contorni ben definiti?
LA RISPOSTA È LA POLARIZZAZIONE
La polarizzazione obbliga le onde a vibrare su un piano orizzontale o verticale.
Quest’effetto si ottiene tramite un filtro costituito da molecole particolari che, nella fase di costruzione, vengono allineate tutte lungo una determinata direzione.
La luce che attraversa il filtro viene assorbita nella direzione in cui sono allungate le molecole e trasmessa su un piano perpendicolare mentre gli altri piani di oscillazione vengono bloccati, non passano e non disturberanno più.
Il risultato immediatamente visibile sarà dovuto alla riduzione dell’intensità luminosa del cielo e avrà per effetto l’aumento dei contrasti, la migliore definizione dei contorni, la saturazione dei colori degli oggetti illuminati.
Con il filtro polarizzatore puoi inoltre eliminare i riflessi dall’acqua accentuandone la trasparenza e quelli delle superfici vetrate o comunque riflettenti che impediscono la visuale sottostante.
Quell’effetto nebbia che a volte riscontri nel cielo dei tuoi bei paesaggi è l’effetto della luce riflessa dalle micro gocce di acqua presenti nell’aria, il filtro polarizzatore elimina quel riflesso con il risultato di rendere più caldo e pieno il colore.
E infine, anche la polvere è in grado di creare piccoli riflessi a cui l’occhio è abituato ma che sono in grado di “sporcare” i colori di uno scatto.
COME FUNZIONANO I FILTRI POLARIZZATORI
Ma come funziona in pratica questo trucco? E’ semplicissimo.
Generalmente si sovrappongono due filtri polarizzanti: la luce passando attraverso il primo viene polarizzata linearmente su una determinata direzione, e viene trasmessa al secondo seguendo la propria direzione di polarizzazione. Ruotando il secondo filtro è possibile passare da una condizione di illuminazione all’altra fino ad arrivare al buio totale, che si ottiene quando la luce non attraversa più i filtri (ovviamente non è il caso dei filtri polarizzatori fotografici).
In mezzo tutte le possibilità intermedie, che avranno comunque i piani di oscillazione della luce paralleli con il piano di polarizzazione del filtro e perpendicolari con l’onda di propagazione, e quindi saranno privi di riflessi.
Più semplicemente, quando le molecole del filtro e l’orientamento della vibrazione del raggio di luce coincidono, quest’ultimo attraversa l’asse dell’obiettivo; quando invece, ruotando il filtro, le molecole si orientano perpendicolarmente alla direzione di vibrazione il fascio di luce verrà bloccato completamente,
Questo può succedere perché, in definitiva la luce polarizzata è naturalmente presente nei fasci di luce, ma solo nei giorni assolati, in determinate ore e in quelle aree del cielo ad angolo retto rispetto al sole: l’occhio umano non può distinguerla né tantomeno separarla da quella non polarizzata, ma il filtro polarizzato riesce a farlo benissimo.
QUANDO È UTILE IL FILTRO POLARIZZATO
Se il sole è alto, un filtro polarizzato si rivela utile quando la fotocamera viene puntata verso l’orizzonte in qualsiasi direzione.
Se invece il sole è basso e si trova a est o ovest, il filtro è efficace solo quando la fotocamera viene puntata verso nord o sud. L’utilizzo migliore di un polarizzatore si ha quindi quando l’angolo tra te e il sole è di 90°, cioè quando ti trovi con il sole laterale, il suo effetto invece sarà ridotto quando ti trovi con il sole alle spalle o di fronte.
Il filtro polarizzato non ha effetti sulle superfici metalliche, specchi e cromature: non restare deluso se non riuscirai ad eliminare la tua immagine nello specchio.
COME SCEGLIERE?
I filtri polarizzati disponibili sono quello lineare e quello circolare, ovviamente ambedue sono di forma circolare e il secondo porta la scritta CPL.
Il primo polarizza la luce linearmente, il secondo organizza la propagazione dell’onda luminosa nello spazio dando vita ad una luce il cui piano di polarizzazione ruota regolarmente nello spazio.
Questo succede perché i suoi cristalli sono orientati per non creare interferenze con le fotocamere dotate di autofocus con sensore o anche uno posto dietro una superficie trasparente.
Ed è la scelta più conveniente quando si usa una reflex digitale.
Tutti e due questi filtri selezionano la luce senza alterare la componente cromatica, e infatti sono tecnicamente dei filtri neutri.
Tutti sono comunque composti da due elementi circolari sovrapposti, con una parte da avvitare sulla parte frontale dell’obiettivo ed uno a ghiera che si può ruotare per regolare la polarizzazione.
Una volta fissato il filtro, ruotando la ghiera noterai all’interno del mirino colori e riflessi presenti all’interno dell’inquadratura che variano al variare dell’angolo all’interno del filtro.
Questo perché stai adattando la polarizzazione alla direzione da cui viene la luce fino ad ottenere quella sufficiente. Ovviamente, poiché il filtro sottrae luce all’esposizione, quando applichi il polarizzatore dovrai regolare opportunamente il tempo di esposizione, prevedere di dover usare un treppiede, alzare la sensibilità.
DUE PICCOLI CONSIGLI
Al momento dell’acquisto del tuo filtro polarizzatore assicurati che sia compatibile con la tua reflex, poiché non tutti gli obiettivi hanno lo stesso diametro: il diametro filtro è un numero stampigliato sull’obiettivo stesso preceduto dal simbolo Ø.
Ovviamente se hai più obiettivi con diversi diametri devi tener conto che questo è un filtro da utilizzarsi per gli scatti panoramici e per i paesaggi quindi probabilmente lo userai esclusivamente con il grandangolo.
In alternativa esistono sempre gli adattatori, da più grande a più piccolo. Inoltre in alcuni obiettivi la parte frontale ruota per consentire la messa a fuoco, in questi casi per non influenzare la polarizzazione, ricordati di disattivare l’autofocus prima di manovrare la ghiera del polarizzatore. Questo ad ogni cambio di inquadratura e ad ogni nuova messa a fuoco, a meno che tu non abbia un obbiettivo con la messa a fuoco interna.
ECONOMICO O PROFESSIONALE?
Il principio su cui si basano i filtri polarizzatori è sempre lo stesso per tutti, ma ovviamente c’è una differenza che riguarda l’ottica, ovvero le caratteristiche dei cristalli montati.
In commercio puoi trovare filtri polarizzati anche a meno di 50 euro, cifra che può più che raddoppiare, ma dipende molto dall’utilizzo che vorrai farne e per un uso amatoriale anche un modello mediamente economico, senza esagerare risponde in modo soddisfacente.
QUELLO CHE NON FAI PRIMA DELLO SCATTO, NON POTRAI FARLO DOPO
Le modifiche che apporta il filtro polarizzatore influiscono direttamente sulla luce e non sono proponibili diversamente.
Il polarizzatore, nonostante i progressi della tecnologia digitalizzata, non è ancora stato rimpiazzato da nessun software di elaborazione, così come è successo con i filtri di conversione ed è insostituibile per eliminare il riflesso sui corpi trasparenti come l’acqua o il vetro, dove gli oggetti posti dietro la superficie non sono visibili.
Il filtro, eliminando il riflesso svela il soggetto nascosto, cosa impossibile da farsi in post-produzione, per il semplice motivo che non si può modificare qualcosa che non è rimasto impresso sulla fotocamera.
Negli altri casi invece, come un paesaggio, il risultato è dato dall’effetto combinato dell’azione del filtro che scurendo il cielo rende più nitidi gli altri soggetti aumentandone la saturazione.
QUALI FILTRI ACQUISTARE?
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