La newsletter di oggi sarà più “leggera” delle precedenti. Desidero ringraziare tutti per i numerosi commenti lasciati sotto le mie analisi. In questa edizione, affronterò specificamente questi punti:
- L’importanza della prima foto dell’anno
- Quanto sono diventato pigro
- Come evitare di perdere gli stimoli creativi (da Sacchi… sì, lui… l’allenatore di calcio…)
Iniziamo
Ogni anno, scattiamo la “prima foto dell’anno”. Spesso lo facciamo con leggerezza e disinvoltura, ma ti sei mai chiesto quanto sia importante questa prima foto?
L’inizio di un nuovo anno porta con sé un senso di rinnovamento, nuovi inizi e infinite possibilità. Per un fotografo, questo sentimento si manifesta particolarmente con la prima foto dell’anno. Questo scatto non è un semplice atto di premere il pulsante di scatto, ma un momento carico di simbolismo.
È l’opportunità di stabilire un punto di riferimento, un parametro da cui misurare tutti i successivi risultati.
La prima foto dell’anno è come un faro che illumina il percorso per i mesi a venire. È una dichiarazione d’intenti, un impegno verso l’arte della fotografia, una promessa di sforzarsi per superare quel punto di riferimento e continuare a migliorare.
Non si tratta solo di superare se stessi. È anche un momento per riflettere sui progressi fatti nell’anno precedente, riconoscere ciò che si è imparato e come si è cresciuti come fotografi. È un momento per apprezzare le sfide superate, le competenze acquisite e le belle immagini catturate.
Inoltre, la prima foto dell’anno rappresenta l’anticipazione di ciò che verrà. Ogni nuova immagine è un’opportunità per esplorare nuovi angoli del mondo, catturare nuovi momenti e raccontare nuove storie. È un invito a vedere il mondo con occhi nuovi, a cercare la bellezza nelle situazioni quotidiane e a trovare l’eccezionale nell’ordinario.
Quindi, mentre accogliamo il nuovo anno, accogliamo anche le infinite possibilità che si presentano a noi come fotografi. Siamo pronti a catturare il mondo attraverso le nostre lenti in modi sempre nuovi ed emozionanti, a sfidare noi stessi e a superare i nostri limiti. Perché la fotografia non è solo una questione di immagini, ma di passione, di espressione e di continua evoluzione.
Sono diventato pigro?
Ricordavo l’ultima volta che ho fatto una uscita fotografica: il 14 Novembre. Tra pochi giorni saranno esattamente 2 mesi, 60 giorni, da quando non ho più fatto una uscita fotografica.
Sono sorpreso? No. Posso facilmente elencare un paio di motivi (o scuse, se preferisci), come l’influenza che ho avuto, il fatto che mia figlia e mio figlio siano stati febbricitanti da metà dicembre fino al 30 (almeno ho passato un buon capodanno!) o che il tempo atmosferico è stato terribile.
Ma è stata solo una combinazione di circostanze… In realtà, non avevo assolutamente voglia di uscire. Mancavano gli stimoli, soprattutto perché ho l’impressione che i miei contenuti video interessino a pochi. A chi potrebbe interessare vedere una persona che gira per le montagne mostrando le foto che scatta?
Parliamone seriamente… ti piacciono i miei contenuti? Ti piacciono per i percorsi che ti mostro o per le foto che scatto lungo questi percorsi? Preferisci l’aspetto fotografico o quello narrativo del mio giro? Aspetto una tua risposta.
Devo però ammettere che in questo periodo sono un po’ intollerante al freddo. Non mi attira molto l’idea di prendere il VAN e raggiungere le Dolomiti per intraprendere percorsi in ambienti molto freddi. Sono abbastanza sicuro che, se parto, lo farei volentieri, ma boh… forse le poche ore di luce ecc… Forse è più un problema legato alla perdita di stimoli creativi.
Ed infatti nel frattempo ho pubblicato un video che si, centra con la fotografia, ma non si tratta di una uscita fotografica. L’avevi visto? Eccolo qui!
Come evitare di perdere gli stimoli creativi
Spesso mi trovo a scoprire o incappare in qualcosa di inaspettato, che mi apre la mente a nuove prospettive o mi fa riflettere su aspetti che non conoscevo o ignoravo.
Questo è uno di quei casi. Ho visto un video di un calciatore che faceva due cose divertenti con il pallone. L’algoritmo di YouTube ha pensato che fossi interessato ad altre cose relative al calcio, e mi è apparso uno short di Arrigo Sacchi (ex allenatore del Milan e della Nazionale) che parla di una cosa che non ha nulla a che fare con la fotografia e la creatività. Parla d’altro, ma fa un’osservazione interessante su come il pessimismo possa influire sulla creatività.
Forse questa è la chiave che mi serviva per capire perché di recente mi sono sentito particolarmente pigro e poco stimolato. In effetti, analizzando il mio ultimo periodo, mi sono reso conto che avendo più tempo per guardare la televisione (di solito non guardo mai la TV, ma mi tengo informato ascoltando la rassegna stampa di Francesco Costa), sono stato sommerso dalle notizie “impattanti” (quelle negative e sensazionalistiche). Il risultato? Una negatività che mi ha oppresso.
Una volta compresa la causa, si può lavorare per evitarla o almeno ridurre il suo impatto negativo. Forse sei meno incline di me ad “assorbire” questa negatività che poi ti porti dietro e che mina la tua parte creativa. Ma se ti riconosci nelle mie parole, ora sai come devi muoverti!
Per ora è tutto… adesso mi preparo per ricercare la mia prima foto dell’anno, quella che segnerà la tacca di riferimento per tutto il 2024 e preparo il VAN per un nuovo viaggio!
Ciao!