Nella macrofotografia la tecnologia raggiunta dalle case costruttrici di macchine fotografiche ha di gran lunga superato le limitazioni che esistevano, rendendo di fatto molto più semplice realizzare questa tecnica fotografica.
Il mondo macro attraverso la fotografia viene ingrandito, mostrato nella sua reale consistenza e quindi il ricorso ad attrezzature fotografiche suppletive era una prassi scontata.
Ma perché la macrofotografia (o fotografia macro) piace tanto a tanti fotografi?
Il quesito è di facile risposta: è una tecnica fotografica alla portata di qualsiasi fotografo, anche alle prime armi.
Si, indubbiamente ci sono fotografi specializzati in questa tecnica che sanno tirar fuori delle immagini stupende che noi non siamo nemmeno in grado di “imitare”. Tuttavia, per iniziare a fare macrofotografia ed ottenere qualche risultato che ci soddisfa, non è necessario avere anni di esperienza (senza nulla togliere a chi ne ha pure da vendere!).
ATTREZZATURE PER LA MACRO FOTOGRAFIA
Oggi quasi tutte le fotocamere sono in grado di scattare fotografie macro, quindi non si può stabilire fin da subito quale sia la macchina migliore o quale potrebbe essere quella più indicata.
Tuttavia grandi limitazioni sorgono ancora dal punto di vista ottico, infatti la macrofotografia soffre molto la mancanza di profondità di campo, dovuta per certi versi ai ristretti spazi entro cui deve realizzarsi lo scatto.
Le attrezzature necessarie per iniziare un percorso macro-fotografico sono:
- Una macchina fotografica, sia full-frame, che aps-c o micro 4/3.
- Un cavalletto/treppiede.
- Un obiettivo macro (o un obiettivo normale dotato di tubo di prolunga o una lente Close-up).
Le attrezzature non fondamentali, ma utili, invece possono essere queste:
- Una slitta micrometrica.
- Un pannello riflettente.
Comprenderai nei prossimi paragrafi come scegliere questa attrezzatura e il corretto modo di utilizzarla per sperimentare la potenza della macro-fotografia.
FOTOCAMERA PER MACROFOTOGRAFIA
La fotocamera Full-frame è generalmente considerata il top della qualità fotografica, tuttavia le Aps-c si rivelano di grande aiuto.
A differenza delle Full-frame, il sensore APS-C ingrandisce l’immagine di circa una volta e mezzo (o due nel caso del sensore micro 4/3 usato nelle Olympus e Panasonic) grazie al suo fattore di moltiplicazione.
C’è da dire inoltre che la tipologia costruttiva del sensore e lo zoom digitale possibile negli schermi esterni si rivelano utilissimi per chi è alle prime esperienze di macrofotografia.
Spesso è sottovalutato l’uso dello schermo esterno in macrofotografia sia nelle reflex che nelle mirrorless, credendo che sia uno strumento idoneo più alle riprese video che a quelle fotografiche.
Invece molti neofiti di questa tecnica hanno sperimentato eccellenti risultati utilizzando la potenza dello zoom digitale per impostare la giusta messa a fuoco anche nella fase preliminare allo scatto e nella creazione dell’inquadratura o della composizione.
IL TREPPIEDE
Non è possibile fare a meno di un treppiede nella macro fotografia inanimata.
Il treppiede costituisce un valido supporto all’eliminazione delle vibrazioni e del micro-mosso. A maggior ragione quando lo scatto macro è contraddistinto da una componente creativa che incide profondamente sul risultato finale da ottenere.
Per fotografie macro su esseri viventi il treppiede non sempre viene usato, ma nei casi di piccoli oggetti, foglie, fiori, gioielli e tutto ciò che è di piccole dimensioni può rivelarsi utile.
Sembra noioso ripetere cose sentite mille volte, ma io ti consiglio dare una lettura a questo articolo per capire quale treppiede è idoneo per le tue necessità.
GLI OBIETTIVI
E’ pratica comune dotarsi di obiettivi a focale fissa per ottenere immagini di alta qualità.
Spesso gli aspetti legati alle focali vengono bypassati perché i costi in taluni casi appaiono proibitivi, però dotarsi di obiettivi specifici per la fotografia macro è la scelta di elezione e lo sforzo economico sostenuto, nel tempo, restituirà grandi soddisfazioni.
Sono da prediligere tutti gli obiettivi che offrono la possibilità di conseguire un ingrandimento in scala 1:1.
I risultati seriamente apprezzabili si ottengono con focali superiori a 100mm, anche se si possono trovare obiettivi macro anche con focali inferiori.
L’obiettivo macro non dovrebbe essere confuso con lo zoom macro, poiché spesso chi è all’inizio si ritrova ad acquistare obiettivi contrassegnati da questa sigla, che in seguito si riveleranno di scarsa utilità.
Lo zoom macro, cosiddetto, è un semplice zoom, ossia un dispositivo che “ingrandisce” l’immagine riducendo contemporaneamente la distanza della messa a fuoco ma non arrivano praticamente mai ad un rapporto 1:1.
Questi obiettivi non godono della qualità degli obiettivi macro “veri”, cioè quella di essere costruiti per fornire una nitidezza elevatissima e distanze molto ridotte.
Uno zoom rimane comunque un obiettivo generico, niente di straordinario. Per non sbagliare quando ti rechi a fare un acquisto specifica sempre che hai bisogno di un obiettivo macro e non di uno zoom.
LA SLITTA MICROMETRICA
Si tratta di un semplice dispositivo dotato di scala millimetrata (da cui il nome) che consente una messa a fuoco di precisione, una sorta di estrema espressione della nitidezza.
L’uso della slitta è legato alla passione per la macro fotografia e di solito non è tra i primi acquisti di un neofita.
La slitta micrometrica va montata su un cavalletto (questo giustifica la necessità di possedere un treppiede di qualità).
LE LENTI CLOSE-UP PER LA FOTOGRAFIA MACRO
Anche se il loro nome è cosi altisonante, le lenti close-up sono delle normalissime lenti costruite con lo scopo di fare macrofotografia.
Si avvitano sulle ghiere circolari poste sulla parte anteriore degli obiettivi (come accade per i filtri). Queste lenti, visto il loro costo, sono generalmente da scegliersi al posto degli obiettivi allorquando questi ultimi non riesci ad acquistarli per indisponibilità finanziaria.
Alcune di queste lenti possono essere acquistate online anche con 50–70 euro e se usate con sapienza offrono buoni risultati.
Il loro uso condiziona lo scatto, infatti diminuiscono di uno stop la luce e per tale ragione occorre rivedere i tempi di esposizione che usi di solito.
I contorni di queste lenti sono spesso morbidi e causano una perdita di qualità generale dell’immagine. Ti consiglio queste lenti solo quando non hai altre soluzioni supportate da un buon portafoglio.
IL TUBO DI PROLUNGA
Puoi vedere un tubo di prolunga all’opera sulle fotocamere della maggior parte di chi fa macro fotografia.
Questi tubi estendono la distanza tra il corpo macchina e l’obiettivo avendo come conseguenza la riduzione della distanza minima di messa a fuoco ed ingrandimento dell’immagine proiettata sul sensore.
Questi tubi di prolunga non causano perdita di qualità nell’immagine come avviene per le lenti close-up, in quanto non contengono “lenti”. Quando si usano i tubi di prolunga è meglio avvalersi anche dell’uso del treppiede.
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PANNELLO RIFLETTENTE IN MACROFOTOGRAFIA
Questo accessorio ti può tornare utile anche in altre occasioni non legate alla fotografia macro!
Cosa c’è di meglio che la luce naturale per illuminare la natura stessa?
Ben lo sanno i fotografi del macro, l’uso del flash è poco consigliato, anzi io ti sconsiglio di iniziare un percorso macro utilizzando il flash come corpo illuminante.
Il pannello riflettente (o diffusore) è da preferirsi prima di tutto perché non incide sul contesto ambientale, lasciando in linea di massima intatte le caratteristiche luminose dell’ambiente e fornendo una luce neutra.
In secondo luogo perché, rispetto al flash, non agisce da deterrente su piccoli animali o piccoli insetti.
A questo link puoi trovare una sarei di pannelli riflettenti/diffusori che uso e ti consiglio: Lastolite TriGrip
USO ED IMPOSTAZIONE DELLA FOTOCAMERA
Non c’è una regola ben precisa sull’impostazione della fotocamera. Dipende da molti (troppi) fattori dati dal tipo di obiettivo, se usi una lente close-up o un tubo di prolunga ecc…
La maggior parte delle immagini viene scattata cercando di non uscire mai fuori dalla corretta profondità di campo.
Anche in questo caso, come per molti altri stili fotografici, la tecnica e la creatività non vanno sempre d’accordo.
MACROFOTOGRAFIA E DIFFRAZIONE
Per darti un’idea di come usare la macchina fotografica nella macrofotografia ti farò alcuni esempi pratici:
Considera la macro fotografia come portatrice di handicap dovuto alla ridotta profondità di campo e come conseguenza, in linea di massima, il diaframma dovrebbe essere di solito molto chiuso.
Con un’apertura di f/16 si potrebbe già tenere sotto controllo il fuoco sul soggetto. Qualcuno potrebbe obiettare che si cade nella diffrazione (perdita di qualità nell’immagine quando si chiude troppo il diaframma), ma nella realtà non esiste una regola universale sulla diffrazione.
Nemmeno il deterioramento per diffrazione dell’immagine è così repentino come puoi immaginare, pertanto ogni accoppiata ottica-sensore potrebbe reagire in modo diverso sul risultato finale.
Per questo motivo prima di trarre conclusioni affrettate dovresti testare quali sono i limiti fino ai quali puoi spingerti nelle chiusura del diaframma.
ACCETTA L’IMPREVEDIBILITÀ
Tempi lunghi e un po’ di apertura del diaframma potrebbero rivelarsi creativamente utili per ottenere immagini imprevedibili e di forte carica suggestiva, prova a sperimentare le diverse aperture.
Uno dei vantaggi della macrofotografia è di godere facilmente di uno sfondo costantemente sfuocato in modo omogeneo con il resto dell’immagine. Prova a scattare da diverse angolazioni piccoli oggetti; accertati di avere lo sfondo relativamente distante dal soggetto, otterrai delle perfette combinazioni di nitidezza/sfuocato, non raggiungibile in condizioni standard.
Esprimi maggiore creatività utilizzando le diverse fonti luminose, prova la differenza tra luci frontali e luci laterali, esplorando in modo lineare la saturazione dei colori e l’enfasi dei dettagli in un caso e nell’altro.
Le buone regole di composizione della fotografia macro vedono un solo soggetto principale che non sia in contrasto o in competizione con altri elementi dell’immagine.
Non concentrarti solo sulla regola dei terzi, esplora le possibilità di collocare il soggetto principale nel centro dell’immagine.
Se proprio vuoi usare la luce flash, utilizzane una ad anello (chiamati “ring”), oppure usa i flash montati direttamente sull’obiettivo; scatta con tempi rapidi (che nella macrofotografia sono essenziali) e con il diaframma abbondantemente chiuso.
I MOMENTI MIGLIORI PER SCATTARE
Senza alcun dubbio il momento migliore per scattare immagini macro è la mattina, meglio se alle prime luci, poiché le condizioni luminose prodotte sono in assoluto quelle più morbide e meglio distribuite.
Come l’alba anche il tramonto può garantire riprese fotografiche macro realmente spettacolari.
Sarebbe opportuno evitare la radiazione solare diretta, difficile a volte da controllare e che facilmente si presta a bruciare le alte luci.
Le luci mattutine procurano una gran soddisfazione agli appassionati della macro fotografia di insetti o piccoli rettili, infatti, questi esseri la mattina presto sono intorpiditi e la loro spinta metabolica è debole. È la luce del sole a scaldarli e renderli vivaci.
Le condizioni dell’alba e del tramonto sono anche favorevoli per gli scatti a piante e fiori, la temperatura colore, tra l’altro, può agire come stimolante cromatico su determinate specie ed i risultati sono suggestivi e sorprendenti.
FOTO MACRO o CLOSE-UP?
C’è spesso confusione sul significato ed un uso del termine MACRO e ad alimentare questa confusione ci si mettono anche i produttori di ottiche spesso ne fanno un uso improprio per rendere i loro prodotti più appetibili.
Nella realtà il termine macro ha per convenzione un significato ben preciso e sta ad indicare la situazione in cui le dimensioni del soggetto/oggetto fotografato viene proiettato sul sensore alle stesse dimensioni reali.
Per fare un esempio si parla di macro quando fotografi un oggetto largo 1 centimetro e questo viene proiettato sul sensore alle dimensioni esatte di 1 centimetro: questo è detto anche RAPPORTO 1:1.
Devi stare attento perché in molti casi, specie gli obiettivi zoom, vengono dichiarati come idonei a fare macrofotografie anche se non lo sono nel senso corretto del termine, ovvero non raggiungono il rapporto 1:1.
In questo caso sarebbe corretto parlare di CLOSE-UP, ovvero foto di particolari ingranditi moltissimo, ma non a sufficienza tale da raggiungere i requisiti per essere definita MACRO.
Questo “contesto fotografico” può essere visto come un tecnicismo, ma di fatto solo quando raggiungi questi requisiti (rapporto 1:1) puoi dire di aver realizzato una macrofotografia nel senso corretto del termine.
Va anche detto che nella realtà ben poche foto che vedi nel web, siti e blog indicate come “macro” raggiungono il rapporto 1:1.
La maggioranza sono foto CLOSE-UP, ma non farne un dramma o essere troppo pignolo (o pignola)!
Per consuetudine vengono comunque accettate come tali perché in fondo quello che conta è la bellezza della foto!
ARTICOLI AGGIUNTIVI
Ecco un’altra serie di articoli sul tema che ho realizzato:
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