Oggi voglio darti quattro suggerimenti su come rendere attrattive e vivaci le tue foto di paesaggi naturali. Prima di tutto, è bene fare qualche considerazione sulla differenza di genere.
Nel ritratto, è il rapporto figura/sfondo a dare peso alla fotografia e la parte difficile è riuscire a far trasparire vitalità da ciò che è statico. Nelle foto di paesaggi naturali, invece, si può semplificare dicendo che è il rapporto chiaro/scuro a fare il peso della fotografia e la sua essenza sta nel cogliere ciò che di eterno riesce a trasmettere la natura.
Il paesaggio naturale è probabilmente una delle fotografie più difficili, perché devi capire ciò che ti ha colpito di quell’immagine e lo devi mettere in evidenza, cosa che il tuo cervello fa ma la macchina fotografica da sola non sa fare. Questo comporta qualche accorgimento in più rispetto al semplice inquadrare e scattare, pur utilizzando tutti gli accessori necessari. Hai bisogno di trasferire nella foto, la sensazione che hai avuto guardando quella scena quando hai desiderato di fermarne per sempre la meraviglia.
NON COMPLICARE LE COSE
La prima tentazione che ti viene è quella di rendere perfetta una bella foto di paesaggi? Per fare questo, molto probabilmente finirai col complicare la scena. Post-elaborazione, ritocchi, applicazione di filtri ed altri accorgimenti, ti faranno perdere di vista ciò che ha catturato la tua attenzione, quel qualcosa che nel paesaggio ti è sembrato irripetibile. A volte, si pensa che una bella immagine sia nitida e per ottenerla ci si ritrova con l’effetto contrario, rendendola fredda e sterile. Creare una foto particolare, è un fatto di composizione e di angolo di inquadratura…ma non solo.
La semplicità svolge un ruolo fondamentale nel successo di una fotografia: un primo aspetto riguarda la scena che abbiamo di fronte. Obiettivamente, ci sono paesaggi più semplici e altri più complessi, dipende dagli spazi e dal numero di oggetti presenti nell’immagine.
Nel caso in cui ci troviamo di fronte ad inquadrature affollate, con tanta vegetazione per esempio, concentrarsi su un dettaglio può essere risolutivo, così come scegliere gli effetti luce più adatti. Oltre alla scena, anche diverse angolazioni di una stessa foto possono avere diversi livelli di semplicità: alcuni saranno più chiari, più leggibili di altri o al contrario, più strutturati e complessi.
Il peso visivo che dai ad ogni elemento dell’inquadratura, è un altro fattore che porta al successo di una foto. Puoi semplificare la scena, lasciando in ombra un certo numero di dettagli (cosa che si può ottenere anche oscurando alcune zone in post produzione) e mettendo in evidenza altri elementi. Così facendo si eliminano le distrazioni e si concentra l’attenzione su alcuni punti focali. L’ insieme ha il compito di raccontare un’emozione.
ALLA RICERCA DEL MOMENTO MAGICO
La frase “è la luce che impressiona la lastra” è obsoleta per chi utilizza gli strumenti digitali, ma non cambia il concetto. Alla base della fotografia c’è la luce e il suo potere di evidenziare o offuscare gli oggetti, portarli avanti o indietro sulla linea dell’orizzonte, scolpirli come un bassorilievo o renderli evanescenti.
Questo vale anche nei paesaggi naturali. Avrai notato sicuramente che una giornata tersa approfondisce l’orizzonte e mette in evidenza i contorni dei dettagli. Stagioni diverse offrono luci diverse, perché differente è l’inclinazione dei raggi del sole.
Allo stesso modo, il sole durante la giornata non si trova mai alla stessa altezza, irradiando diversamente così la terra ed i tuoi paesaggi naturali che hai difronte. Un buon esercizio quindi sarà scattare in giornate diverse, una volta trovato l’angolo panoramico che ti racconta qualcosa di particolare, durante diverse ore del giorno e, se possibile, in diversi periodi dell’anno.
Questo, vuol dire avere una raccolta di scatti sotto differenti condizioni di luce: un lavoro di pazienza, ma il risultato potrebbe sorprenderti. Di base, dovresti ormai sapere che la luce del sole è diffusa dall’umidità nell’atmosfera e in presenza di nuvole è possibile ottenere immagini eccellenti, nelle giornate di nebbia e foschia anche in diversi momenti della giornata.
La luce può essere sorprendente nelle giornate di tempesta e il contrasto non può che far bene all’immagine. Nelle giornate luminose, quando il sole è più alto nel cielo, la radiazione blu è maggiore e l’angolo di irraggiamento renderà maggiori i contrasti, annerendo addirittura alcune zone.
Dal punto di vista tecnico, le lunghezze d’onda che fanno bene alla fotografia sono quelle del rosso, dell’arancione e del viola. Una luce morbida si ottiene quando i raggi del sole non sono incidenti, cioè all’alba e al tramonto. La durata di questi momenti varia durante le stagioni, più lunghi durante l’inverno, più brevi d’estate.
Ma cosa portare nella fotografia di paesaggi naturali? Sicuramente un treppiede: consente l’uso di un tempo di posa più lungo senza ottenere immagini sfocate, rimuove i rischi di vibrazione della fotocamera e consente di ottimizzare attentamente composizione e prospettiva. Inoltre, in molti casi permette di usare valori di ISO bassi, evitando così la presenza di rumore nella foto.
Non sai che treppiede usare o prendere? Clicca qui per leggere un articolo specifico! Le esposizioni lunghe hanno il pregio di sottolineare i colori difficili da vedere ad occhio nudo. Se si imposta la fotocamera per scattare le lunghe esposizioni pre-alba, la quantità di colore nella foto può essere sorprendente.
Per le foto di paesaggi naturali è consigliabile anche un filtro polarizzatore, per ridurre riflessi fastidiosi o attenuare una foschia fastidiosa magari durante la cosiddetta “ora d’oro”, ovvero all’alba e al tramonto. L’uso, dipende dalla tua posizione rispetto al sole e al grado di umidità. E’ importante arrivare in anticipo sul posto, certi gradi di illuminazione durano poco e gli effetti svaniscono rapidamente.
Per quanto le condizioni di illuminazione possano essere difficili, è sempre una buona immagine. Quindi, c’è solo bisogno di sfruttare a tuo vantaggio i punti di forza della luce solare, anche la più dura. A metà giornata, le ombre se opportunamente collocate possono aggiungere interesse anziché creare confusione, soprattutto se servono a portare un dettaglio in primo piano.
Allo stesso modo, quando la luce è troppo uniforme e grigia, puoi andare alla ricerca di soggetti saturi, che danno colore all’immagine.
MOLTO IMPEGNO, POCHI ATTREZZI?
Anche un grande paesaggio, è fatto di piccoli dettagli ed è la loro combinazione che dà vita ad una bella immagine. L’inquadratura con un obiettivo grandangolare, darà allo spettatore la sensazione di essere parte integrante del paesaggio stesso, mentre lo zoom sui dettagli darà una prospettiva completamente nuova all’ambiente.
Grazie all’utilizzo di un grandangolo, si può creare un’immagine interessante: una prospettiva bassa con una pietra o un altro elemento vicino all’obiettivo, uno sfondo non uniforme, degradante e un tempo di posa lungo. Usando un teleobiettivo invece, è necessario lavorare un po’ di più sulla composizione. Vengono eliminati tanti elementi dell’immagine e con il tempo ci si accorge che si allena l’occhio a lavorare per sottrazione.
Si procederà allo stesso modo anche quando si lavora con il grandangolo. Zoommare, consente di concentrarsi su una piccola parte della scena e richiede molta più attenzione su ciò che rientra nell’inquadratura: quanto cielo, quali alberi, quanto sottobosco, diventano domande fondamentali. Se fotografiamo solo una piccola sezione del paesaggio circostante, dobbiamo dedicare un po’ di tempo ad analizzare la scena, la tecnica “punta e scatta” funziona poco con questo tipo di foto.
Sicuramente alcune fotocamere rendono il lavoro del fotografo più facile, e lo aiutano a raggiungere i risultati voluti. In linea di massima però si tratta solo di uno strumento e la tecnologia, che è in continua evoluzione, dovrebbe tutt’al più incuriosirti ma il non averla a disposizione non dovrebbe mai e in alcun caso essere considerato un limite all’espressione delle tue potenzialità.
Soprattutto all’interno della comunità degli hobbisti, la tecnologia della fotocamera assume un ruolo minore rispetto all’arte del fotografare. Infatti, le eccellenti prestazioni tecniche di una fotocamera non trovano né un impiego professionale né possono aiutarti a rendere piacevole quel lavoro che sei capace di fare con la tua reflex. Quel lavoro che spesso significa essere al posto giusto, nel momento giusto, giudicando come inquadrare lo scatto, dopo aver esercitato l’occhio alla ricerca del “giusto” particolare.
Un pulsante di scatto a distanza è un accessorio nel quale vale la pena investire. Utilizzarlo evita le vibrazioni che inevitabilmente sono provocate quando si preme il pulsante di scatto della fotocamera. Si può anche scegliere un sistema wireless e i modelli più sofisticati permettono di usare la modalità di scatto continuo. Nelle esposizioni lunghe e durante le giornate molto ventilate è opportuno rimuovere la cinghia dalla fotocamera. Vi sono poi un certo numero di applicazioni per smartphone che si possono usare in determinate situazioni e sono quelle che ci danno non solo informazioni meteo su ogni località, ma ci indicano anche l’ora in cui sorge e tramonta il sole.
DARE MOVIMENTO AI PAESAGGI NATURALI
A volte può essere un punto di vista molto personalizzato creare un senso di movimento per alcuni elementi del paesaggio, come le nuvole o l’acqua. Per ottenere questo risultato basta giocare un po’ con la velocità dell’otturatore ed utilizzare i filtri per le lenti. Con i filtri ND, ovvero a densità neutra, si può limitare la quantità di luce che la fotocamera sta catturando e si è in grado di utilizzare tempi di posa più lunghi per ottenere l’effetto desiderato.
Con la pratica otterrai risultati migliori, perché si procede per tentativi cercando l’equilibrio tra velocità dell’otturatore con apertura a destra, valore ISO e forza del filtro necessaria ad ottenere l’effetto voluto. E’ un trucco semplice ma efficace, che può dare tono e carattere alla fotografia, creando effetti piacevoli, come appunto il movimento o l’aspetto setoso dell’acqua.
Il filtro ND, è di colore grigio neutro e abbassa solo il valore dell’esposizione. Può essere utilizzato unitamente al filtro polarizzatore, indispensabile nel corredo del paesaggista, per evitare che siano presenti i riflessi dell’acqua. Il filtro polarizzatore, richiede una certa dose di esperienza per avere dei risultati sulla personalizzazione di un paesaggio. Rivelare particolari nascosti sotto i riflessi o, al contrario enfatizzarli è tutto un gioco di rotazione di questo filtro.
Ovviamente, se decidi di cimentarti con l’utilizzo dei due filtri contemporaneamente è meglio comprare un sistema portafiltri, o usare filtri slim, cioè sottili, per evitare le fastidiose vignettature, soprattutto con gli obiettivi grandangolari.