La borsa del fotografo è spesso ricchissima di strumenti e di lenti indispensabili per lo svolgimento del suo lavoro quotidiano.
Tra i vari obiettivi che non dovrebbero mai mancare nelle dotazioni del fotografo c’è, senza dubbio, l’obiettivo grandangolare, un alleato fondamentale per tantissimi scatti, anche se sono tanti quelli che, avvicinandosi a questo mondo, sottovalutano le sue potenzialità e i suoi impieghi.
Può essere considerato l’asso nella manica per il fotografo che vuole stupire e realizzare scatti particolari e suggestivi, sia in ambito paesaggistico che ritrattistica anche se, va detto, ci vuole tanta esperienza per imparare a usarlo nel migliore dei modi, ma con un po’ di pratica niente è impossibile.
Vediamo, dunque, cos’è l’obiettivo grandangolare, facendo una panoramica sulle sue caratteristiche peculiari e sulle sue potenzialità.
LE CARATTERISTICHE DELL’OBIETTIVO GRANDANGOLARE
La caratteristica principale dell’obiettivo grandangolare, che lo differisce da tutte le altre lenti conosciute, è insita nella sua focale che, infatti è più corta rispetto a quelle tradizionali.
La lunghezza focale è la distanza che intercorre tra il centro ottico dell’obiettivo di riferimento e il sensore quindi, in questo specifico caso, si considerano generalmente come grandangolari gli obiettivi in cui questa lunghezza è inferiore ai 50 mm.
Va, poi, specificato che sussistono importanti differenze nelle fotocamere moderne, perché un 50 mm è già grandangolo solo nelle macchine fotografiche 35 mm o full frame, pieno formato, mentre in tutti gli altri casi bisogna scendere al di sotto di questa misura per trovare un grandangolo propriamente detto.
Nelle fotocamere con obiettivo APS, per esempio, è necessario moltiplicare la focale per il coefficiente di circa 1.5 (oppure 2x in caso di fotocamere Micro 4/3) per ottenere la lunghezza focale effettiva. Stiamo parlando del fattore di moltiplicazione, che puoi trovare spiegato in modo più dettagliato in questo articolo (clicca qui).
COME CAPIRE SE UN OBIETTIVO È GRANDANGOLARE?
Molto semplicemente, questa lunghezza viene indicata da ogni produttore sull’obiettivo stesso ed è quindi di facile individuazione.
Fatta questa doverosa premessa tecnica sull’obiettivo grandangolare, bisogna capire come funziona.
Nonostante venga spesso ignorato dai fotografi alle prime armi, paradossalmente dai professionisti viene considerato imprescindibile per una semplice ragione: è l’obiettivo che meglio si avvicina alla percezione dell’occhio umano nella visione d’insieme di una composizione fotografica
Qual è la motivazione che spinge una persona ad avvicinarsi al mondo della fotografia?
Sostanzialmente è l’idea di fotografare quello che le sta intorno, quello che vede: quindi, per questo motivo, questo obiettivo è quello che meglio degli altri asserve a tale scopo finale.
Tuttavia, bisogna comunque entrare più nello specifico per capire le caratteristiche degli obiettivi grandangolari.
Lo spazio ridotto tra il sensore e il centro ottico di tale obiettivo, infatti, ha tra gli effetti principali quello di dilatare le distanze: cosa significa? Significa che gli oggetti ripresi con un obiettivo grandangolare appaiono ben più distanti di quello che in realmente sono, al contrario degli obiettivi tele.
LA PROSPETTIVA NELLE FOTO GRANDANGOLARI
Questa caratteristica stuzzica la fantasia del fotografo che può giocare sulla resa delle sue immagini, enfatizzando uno degli elementi che, più di tutti, incidono sulla composizione e sul risultato finale di una fotografia: la prospettiva.
Un obiettivo grandangolare, infatti, è in grado di esaltare l’aspetto prospettico: se è vero, come è vero, che la prospettiva deriva dalla distanza dell’osservatore dal soggetto osservato, è vero anche che non si può non considerare quella che è la percezione dell’occhio umano, facilmente ingannabile.
Sfruttando i giochi prospettici, il fotografo è in grado di realizzare immagini in cui è in grado di esaltare efficacemente il soggetto in primo piano allontanando ulteriormente i piani secondari: non solo per i ritratti, ma anche nella fotografia paesaggistica questa caratteristica può essere sfruttata a favore del fotografo per una resa prospettica efficace.
Degli impieghi specifici nella fotografia, però, parleremo dopo.

L’ANGOLO DI CAMPO NELLA FOTOGRAFIA GRANDANGOLARE
Oltre alla prospettiva, quindi alla percezione della distanza degli elementi della composizione dal punto di ripresa, l’altro elemento su cui agisce il grandangolo è l’angolo di campo, ossia l’ampiezza della scena ripresa.
Questo è ciò a cui ci si riferiva in precedenza quando si diceva che l’obiettivo grandangolare è quello che maggiormente si avvicina alla percezione di campo dell’occhio umano ma, ovviamente, nella grande famiglia delle ottiche con lunghezza focale al di sotto del 50 mm, ci sono tantissime differenze di visuale.
Gli obiettivi dai 50 mm ai 20 mm vengono chiamati grandangoli ma, al di sotto di questa lunghezza focale, vengono spesso identificati come ultra grandangolari.
Ovviamente, tenendo in considerazione quanto detto fino a questo momento, è evidente che più si accorcia la lunghezza focale, maggiore sarà l’angolo di campo e più esasperata sarà la prospettiva.
Ma concentrandosi sull’angolo di campo, è chiaro come riducendo la focale l’orizzonte visivo appaia più ampio e questo è un elemento amatissimo dai fotografi: chi cerca un obiettivo che abbia più o meno lo stesso angolo di campo dell’occhio umano, quindi di circa 75°, scegliere un obiettivo con una lunghezza focale di 28 mm.
Da questa focale in poi, si ottengono immagini con orizzonti molto aperti come nel caso dell’obiettivo da 15 mm, quindi quasi la metà di quello con le caratteristiche più simili alla percezione umana, che arriva a coprire un angolo di ben 110°, molto di più rispetto a quello che l’occhio umano è in grado di vedere senza spostarsi da una parte all’altra.
Questo aspetto risulta in certi casi limitante per la resa fotografica, soprattutto nei fotografi meno esperti, ancora incapaci di gestire la composizione complessiva con un obiettivo grandangolare e inserendo, quindi, nell’immagine risultante elementi di disturbo che distolgono l’attenzione da quello che è, invece, il soggetto dell’immagine.
Si tratta di dettagli, di inconvenienti che vengono limati con la pratica e con l’esercizio.
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PROFONDITÀ DI CAMPO E MESSA A FUOCO
Oltre all’angolo, la profondità di campo è uno degli elementi caratterizzanti l’obiettivo grandangolo (qui puoi trovare un articolo dove ne parlo in modo specifico).
Tutti gli obiettivi con focale inferiore inferire a 50 mm danno sempre la percezione di una profondità di campo maggiorata proprio grazie alla ridotta lunghezza della focale.
Uno dei vantaggi di questa peculiarità riguarda la messa a fuoco, perché con una profondità di campo così esasperata il fotografo è in grado di ottenere la messa a fuoco di tutti gli elementi della composizione, dal primo piano all’infinito.
Risulta quindi facile capire come, con un obiettivo come questo, sia decisamente più agevole calibrare la messa fuoco di tutti gli elementi presenti della composizione, a differenza degli obiettivi tele in cui, invece, è necessario fare una scelta sul soggetto da esaltare e da mettere a fuoco lasciando gli altri con una sfocatura più o meno voluta.
FOTO GRANDANGOLO. DISTORSIONE DELLE LINEE

Le immagini scattate con obiettivi grandangolari si riconoscono da un particolare particolarmente evidente: le linee oblique.
Sarà capitato a tutti, infatti, di vedere bellissime fotografie in cui le linee oblique tendono tutte a congiungersi in un unico punto.
Questo aspetto è particolarmente importante quando si vuole condurre l’attenzione dell’occhio umano verso un determinato particolare all’interno della fotografia.
Infatti, proprio grazie all’elemento prospettico di cui sopra, quando nella composizione si trovano linee non parallele all’obiettive queste tendono sempre a convergere verso il punto di fuga e danno maggiore profondità all’immagine.
Bisogna, però, fare attenzione alle linee cadenti, ossia alle distorsioni vere e proprie che nulla hanno a che fare con la convergenza e le linee oblique.
Infatti, spesso, quando si inclina la fotocamera verso il basso o verso l’alto le linee tendono a distorcersi: prendi in caso in cui, con un grandangolare, cerchi di riprendere in tutta l’altezza un edificio.
Solitamente ci si posiziona al di sotto e si punta verso l’alto ma se la fotocamera non è perfettamente verticale, questo causa l’effetto delle linee cadenti che in alcuni casi può essere facilmente corretto con un normale programma di foto-ritocco.
PREGI E DIFETTI DI UN OBIETTIVO GRANDANGOLO
L’obiettivo grandangolare, quindi, alla luce di quanto spiegato fino a questo momento, gode di caratteristiche piuttosto interessanti per il fotografo, ma tra i tantissimi pregi che ha, nasconde inevitabilmente anche dei piccoli difetti, assolutamente gestibili con l’esperienza e con la furbizia che si acquisisce nel tempo, con l’utilizzo.
Vediamo prima, quindi, quali sono i 3 principali pregi di questo obiettivo:
VERSATILITÀ
Può essere utilizzato in tantissime occasioni per la realizzazione delle fotografie più varie, sfruttando le sue caratteristiche peculiari.
COMPATTEZZA
Inutile negarlo, anche questo è un aspetto che il fotografo considera fondamentale per la scelta del suo corredo fotografico.
L’obiettivo grandangolare gode di dimensioni ridotte, è facile da trasportare e non ingombra, a differenza di altre lenti, quindi può essere sempre inserito in borsa e non è necessario dovervi rinunciare per fare posto ad altro.
Inoltre, rende meno visibile la macchina, e quando si scatta in strada questo è un vantaggio non indifferente.
ENFATIZZAZIONE DELLE IMMAGINI
Con il grandangolo si possono costruire scatti di grandissimo impatto estetico sfruttando la profondità di campo e l’angolo di ripresa maggiorato.
Questi tre vantaggi, racchiudono l’essenza della fotografia grandangolare, permettono al fotografo di giocare con le immagini e di offrire a chi guarderà le sue foto un punto di vista alternativo sul mondo e sulla realtà.
Avere la possibilità di spaziare e di lavorare con la fantasia, è forse il più grande vantaggio che un fotografo possa trovare in un obiettivo.
Fatta questa rapida panoramica sui pregi dell’obiettivo grandangolare, non possono mancare i 3 principali difetti:
VIGNETTATURA NATURALE
Questo è considerato tra i maggiori difetti di questi obiettivi, che tendono a scurire eccessivamente gli angoli dell’immagine. Si tratta di un difetto strutturale che non può essere eliminato, particolarmente marcato nei modelli più economici: non esiste un sistema per rimuoverlo in fase di scatto, si può solo agire in post produzione
EFFETTO LENS FLARE
Ecco un altro esempio di difetto collegato con la struttura di questi obiettivi a focale ridotta. Con un angolo di campo così vasto, infatti, è spesso inevitabile che il sole entri in inquadratura e che, quindi, colpisca direttamente il sensore causando l’effetto lens-flare.
Si può ovviare a questo inconveniente utilizzando un paraluce ma vista l’ampiezza d’angolo dell’obiettivo, non può essere particolarmente lungo e il sole rischia comunque di entrare.
INCOMPATIBILITÀ CON IL POLARIZZATORE
Ci sono fotografi che non possono prescindere dall’utilizzo del polarizzatore, soprattutto negli scatti in esterna e con una determinata luce. Purtroppo il grandangolare non si presta per l’utilizzo di questo supporto, giacché, sempre in riferimento all’ampio angolo di campo, i lati hanno un incidenza diversa rispetto alla parte centrale.
Dal momento che affinché il polarizzatore svolga al meglio la sua funzione, dev’essere orientato a 90 gradi rispetto ai raggi del sole, ma la conformazione del grandangolo impedisce uniformità su tutta la lente. Sotto i 20 mm, quindi, è sempre meglio evitarlo per evitare effetti di luce non propriamente piacevoli.
Sono tutti difetti facilmente aggirabili con un po’ di lavoro in più, che non minano minimamente quelle che sono le caratteristiche eccezionali di questa tipologia di obiettivi.
QUANDO UTILIZZARLO E QUANDO NON UTILIZZARLO
L’obiettivo grandangolare trova la sua massima espressione nella fotografia paesaggistica. È l’ambito in cui viene maggiormente impiegato proprio per l’angolo di campo ampio e per la profondità di campo aumentata, caratteristiche che si prestano alla perfezione per gli scatti all’aperto.
È il suo utilizzo più ovvio, i fotografi paesaggistici possono fare a meno di qualsiasi altro obiettivo se nella loro borsa sanno di poter contare su un buon grandangolo.
In architettura
Anche la fotografia architettonica impiega su larga scala gli obiettivi grandangolari grazie alle sue qualità sulla percezione prospettica e sull’angolo di campo: in questo caso ci vuole molta più abilità per evitare le linee cadenti, ma nel momento in cui si prende la giusta confidenza con lo strumento, i punti di fuga e le linee oblique sanno regalare grandi soddisfazioni.
In ritrattistica
Il grandangolare ha un suo perché, purché non venga impiegato per scatti eccessivamente vicini che causano distorsioni esteticamente sgradevoli: nasi grossi e distanza tra gli occhi aumentata sono i due inconvenienti più frequenti, ma il bravo fotografo ha la capacità di sfruttare a suo favore anche questo obiettivo per ritratti straordinari, stando alla debita distanza dal soggetto.
In street
Inutile dire, poi, che visto l’ampio angolo di campo l’obiettivo grandangolare è perfetto per le foto di gruppo, per la street photography e per tutte quelle occasioni in cui è necessario che nell’inquadratura vengano incluse tante persone e il contesto che le ospita, anche grazie alla velocità di messa a fuoco.
Nello sport
L’obiettivo grandangolo, però, non è assolutamente da consigliare per la fotografia sportiva in velocità perché non permette di cogliere il dettaglio e la straordinarietà del particolare. Non è adatto nemmeno per fotografare monumenti, soprattutto nelle versioni più spinte. Questo sempre in via generale, ci saranno sicuramente delle eccezioni.
In generale, sempre ricordando che la famiglia degli obiettivi grandangolari comprende ottiche svariate dai 50 mm in giù, sta alla percezione del fotografo e alla sua capacità di lettura delle situazioni individuare quale sia il miglior utilizzo dell’obiettivo e prevederne il comportamento in ogni situazione.
Va da sé, infatti che la distorsione causata da un obiettivo da 35 mm in un ritratto è senza dubbio inferiore, e spesso nemmeno evidente, rispetto a quella che viene provocata da un obiettivo da 6 mm che, invece, è fortemente sconsigliato nella realizzazione di ritratti.
Ogni fotografo conosce il suo strumento di lavoro, sa come comportarsi e sa anche come fare per divertirsi nello straordinario gioco di prospettive e di giochi di luce che crea un grandangolare.
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