Ti sei mai chiesto come fa uno scrittore a tirare su una storia convincente, che attiri il pubblico e che sappia coinvolgerlo in maniera strepitosa? Qual è la ragione per la quale alcuni giornalisti sono letti più di altri? E come mai un regista sconosciuto scrive o gira un film e un attimo dopo diventa una persona famosa?
Tutte domande semplicissime che, tuttavia, offrono risposte altrettanto semplici.
Il comune denominatore di tutte queste figure professionali è una forte dose di creatività condita in modo saggio con una buona conoscenza delle tecniche narrative e con un talento speciale: saper usare gli strumenti a disposizione al massimo delle loro possibilità.
Anche il fotografo ha la sua storia da raccontare esattamente come un musicista, come uno sceneggiatore, come un cantautore. La storia del fotografo, però è priva di testo narrativo, tutto quello che egli racconta lo fa attraverso le immagini, offrendo con esse un spaccato reale o immaginario che altri al suo posto non avrebbero notato.
Questo racconto fotografico curato nello spazio e nel tempo, mediante un dettaglio dei fatti che si succedono, in termini tecnici, è chiamato reportage fotografico.
REPORTAGE FOTOGRAFICO: GUARDARE O VEDERE?
Il reportage fotografico non è un racconto bizzarro, non è basato sulla fantasia, ma esprime con certezza un susseguirsi di eventi tra di loro legati da un filo conduttore unico, inesauribile e creativamente connesso che ha un inizio e una fine.
Attraverso la fotografia di reportage, il fotografo deve guardare ed analizzare quello che accade intorno a se in un preciso momento, collocando la ripresa fotografica che ne risulta in una dimensione logica e narrativa facilmente comprensibile da chiunque.
Un reportage fotografico è una ricostruzione storica, indipendente dallo spazio, slegata dal tempo; un reportage fotografico è un libro fatto d’immagini con un senso compiuto in grado di suscitare emozioni, scalpore, sgomento, sconcerto; con il reportage puoi stimolare una reazione, puoi accendere una provocazione.
Il reportage ha un regista, uno sceneggiatore e un autore della storia che coincidono tutti in unica persona: il fotografo.
Tu sei l’unico responsabile del tuo reportage, tu sei l’unico a dare un senso tecnico, estetico e narrativo alla storia che stai per raccontare con le immagini.
LA BASE CONCETTUALE DEL REPORTAGE FOTOGRAFICO
Come ti ho già detto il reportage assomiglia a un libro che parla attraverso le immagini fotografiche. Per comporre questo libro devi prendere in considerazione questi aspetti:
- Raccontare la verità;
- Sintetizzare la realtà;
- Costruire l’immagine;
Per raccontare la verità non hai bisogno di nulla fuorché della tua fotocamera. La verità si racconta con immagini reali, che fanno parte di una verità inconfutabile, quindi a priori un reportage non dovrebbe raccontare quello che il fotografo vuole, ma ciò che le circostanze che egli vive gli raccontano.
Un reportage non può basarsi né sulla finzione, né sulla costruzione, ma deve solo raccontare la verità. Per raccontare questa verità devi avvalerti della sintesi, ossia di quella capacità di condensare tutto quello di cui il reportage parla.
Non puoi fare un milione di scatti inutili dettagliando immagini che appaiono interessanti; è meglio fare cento scatti che parli di un unico argomento, dove ogni immagine è un preciso pezzo di tutta la storia che tu vuoi raccontare.
La costruzione
Una volta posseduta la verità e la sintesi, si passa alla costruzione dell’immagine; in questo caso hai bisogno di un’attrezzatura (anche minima), ma indispensabile che devi procurarti prima di iniziare la fotografia di reportage e non durante il corso d’opera.
Devi pianificare con attenzione quello che intendi mostrare, devi concentrare i tuoi sforzi iniziali a cercare di capire cosa ti serve per il reportage che vuoi realizzare.
Pianificazione
Che sia un fatto storico, un’indagine giornalistica, un viaggio, un racconto di una vita sociale, un lieto evento o un fatto di cronaca ciò non toglie che il tuo reportage debba avere un’adeguata preparazione preliminare e una pianificazione dettagliata di tutto quello che farai.
Alla base concettuale del reportage fotografico c’è la pianificazione e senza di essa potresti correre il rischio che, pur avendo avuto idee e intuizioni interessanti, il lavoro finale potrebbe non restituire l’impatto emotivo che forse ti aspettavi.
NEL REPORTAGE LA QUALITÀ CONTA PIÙ DELLA QUANTITÀ
Sei riuscito ad avere finalmente una storia per le mani? Benissimo, adesso ti poni la domanda: come la racconto?
Ti mostro alcuni aspetti di natura tecnica che ti aiuteranno, senza dubbio, a delineare i contorni di un buon reportage fotografico.
La prima cosa di cui voglio parlarti è il numero delle foto; come ti ho già accennato il numero d’immagini non aumenta la qualità della fotografia di reportage. La maggior parte dei reportage seri, tranne quei fotografi geniali che riescono a raccontare tutto con una o due foto, ha un numero di scatti che varia sensibilmente tra i 20 e i 40 (in taluni casi arrivare a 50 è già un reportage infinito, sempre che le circostanze non lo richiedano).
La foto che apre il reportage è sicuramente una delle più importanti (insieme all’ultima) poiché è quella che deve catturare fin da subito l’attenzione dell’osservatore. La prima foto di un reportage determina il successo del racconto, chi è attratto dalla prima immagine, guarderà anche la seconda e cosi via.
Tutte le foto devono essere dotate di una certa autonomia, cioè devono essere in grado di parlare sia da sole sia nel contesto di tutto il reportage. Da qui nasce la necessità di strutturare il tuo reportage. Come un bravo regista devi emozionare con la prima immagine e devi far riflettere con l’ultima.
Gli spunti
Non dimenticare che nel reportage devi cercare spunti; non sempre hai la possibilità di disporre di un cavalletto o del treppiedi, e non sempre puoi affidarti alle regole di composizione, poiché un evento si solito è irripetibile, quella stessa scena potresti non riviverla mai più. Mentre nel ritratto, puoi aggiustare la luce e le ombre, i tempi nelle riprese di un reportage non sono quasi mai possibili, la foto perfetta per il reportage arriva quando non te lo aspetti.
Tuttavia devi anche prevedere di fare scatti pensati attorno alla realtà che ti circonda, quindi ben vengano gli obiettivi tele e grandangolo, cosi come anche i cavalletti. Avere a disposizione focali lunghe e corte sarebbe l’ideale, in modo da dare una dimensione corretta a tutta la scena che dovrai riprendere.
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Aspetti tecnici della fotografia di reportage
La creatività è fondamentale, ma la tecnica è essenziale. Possedere una buona tecnica e avere una profonda conoscenza dei tagli, dei piani, della composizione è sicuramente un vantaggio.
Se hai sviluppato o educato l’occhio alla regola dei terzi, difficilmente sbaglierai la composizione, se hai una corretta cognizione dell’inquadratura ogni momento per lo scatto è quello giusto.
Come puoi notare le regole tecniche dell’arte fotografia non possono prescindere dalla creatività. Certo una bella foto creativa che parla è sempre da preferirsi a una foto tecnicamente perfetta che non dice nulla.
Come organizzare il reportage
Mettere a posto le idee significa puntare ad ottenere un lavoro di qualità. Ti mostrerò adesso alcuni indispensabili consigli, in forma di check-list, per dare un senso al tuo reportage:
- Valuta attentamente l’argomento che intendi trattare, considera il suo impatto sull’osservatore, la sua attualità e la sua utilità sociale;
- Opta per concetti ed idee che si possano rappresentare fotograficamente con facilità o che siano misurabili in termini di contenuto (per esempio parlare dell’India per rappresentare la sua popolazione sarebbe grottesco… ci vorrebbero una cinquantina di reportage diversi);
- Prendi in considerazione argomenti che conosci o di cui hai già una forma mentis o un’opinione ben delineata, è sempre meglio evitare parlare di cose di cui non hai benché la minima idea;
- Evita, per quanto possibile, reportage che non possano essere raccontati con il tuo bagaglio tecnico (scarse attrezzature, poche competenze tecniche riguardo l’arte fotografica, scarso accesso alle risorse fotografiche);
- Cerca di dare un senso alla lettura delle immagini ed evita, dove puoi riuscirci, di miscelare il senso orizzontale e verticale delle immagini, in questo modo darai una continuità di formato al reportage, che seppur di poco quando è errato potrebbe dar fastidio;
- Offri un ciclo di vita all’osservatore: parti da un’immagine per raggiungerne un’altra seguendo una logica ideale; prevedi un inizio e una fine che abbiano un senso cronologico reale e possibile. Alcuni scatti potrebbero variare la loro posizione di collocazione nell’ambito del reportage, ma solo se hanno un senso del tempo accettabile e credibile;
- Esamina ogni scatto nel contesto del reportage. La migliore scelta è di privilegiare le immagini che aggiungono al reportage un’informazione aggiuntiva rispetto agli scatti precedenti;
- Metti al primo posto la coerenza. Ricorda che le immagini quando connesse tra di loro dovrebbero dare il senso della precedenza e della conseguenza alle altre immagini complementari; niente è meno credibile di un reportage incoerente;
- Evita sempre e comunque le ripetizioni. Non dovrebbe mai esserci in un reportage serio un’immagine uguale, affine, sussidiaria o surrogata a un’altra immagine già ripresa, l’essenzialità del reportage è una dei fattori chiavi di successo;
- Pensa coerentemente le didascalie ed i titoli, se decidi di servirtene; ogni didascalia dimostra una scelta, un concetto, un’idea che il fotografo vuole “dichiarare”; se i titoli didascalici non ti convincono o sono pensati a casaccio è meglio mantenere la foto senza titolo, l’osservatore lo troverà da se;
Potrebbero esserci altri accorgimenti da prendere in considerazione, tuttavia quelli sopra rappresentati dovrebbero bastarti.
Seppur appare facile da dirsi, il reportage fotografico, rimane ancora uno dei più difficili lavori di fotografia professionale, poiché tecnica, creatività e momento fotografico devono collocarsi tutti e tre su un’unica linea perfetta nel medesimo istante in cui il click ha veramente senso.
ESEMPI ED IDEE PER UN REPORTAGE
Le idee per un buon reportage potrebbero essere infinite, visto che ormai tutti i settori della società sono stati esplorati e avrebbero sempre bisogno di maggior profondità e di ulteriore conoscenza. Alcuni spunti per iniziare il tuo reportage fotografico potrebbero essere:
- Reportage ambientale: racconta una storia relativa ai luoghi dove vivi che coinvolga l’ecosistema, oppure come un bel lago è diventato una discarica liquida a cielo aperto, o peggio ancora come la fauna di una zona stia scomparendo sotto il peso della moderna urbanizzazione;
- Reportage di guerra: mostra la vita dei militari, la loro relazione con la popolazione civile, il modo di approcciarsi con i luoghi e con i contesti, la sofferenza e la voglia di evadere della popolazione locale;
- Reportage di viaggio: parti da un luogo per giungere ad un altro raccontando tutto quello che un osservatore dovrebbe vedere, il folklore, la gastronomia, il trasporto, i luoghi, l’ambiente, la società e i costumi del tuo luogo di destinazione. Clicca qui per sapere come si organizza un reportage di viaggio!
- Reportage sociale: dall’immigrazione clandestina, alla malasanità, dalle rivolte popolari nei quartieri disagiati, alla belle epoque moderna dei quartieri residenziali;
- Reportage scientifico: racconta la vita tecnica di un farmaco, l’evoluzione di una malattia, le cause e gli effetti di una cura, le conseguenze del cambiamento climatico.
Insomma migliaia d’idee potrebbero offrirti lo spunto per realizzare una fotografia di reportage, perfino il tuo condominio potrebbe costituire un’idea valida per un reportage, ma solo, come ti ho già detto, se l’immagine parla di qualcosa che altri non hanno ancora detto o diversamente offra uno spaccato di vita e di circostanze che nessuno ha mai guardato in modo profondo.
Più reportage realizzerai, più la tua capacità tecnica e creativa aumenterà sensibilmente.
FOTOGRAFI FAMOSI
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