Quando ho iniziato a fare le mie prime fotografie “serie”, nel lontano dicembre 2016 ormai, dopo aver acquistato la mia prima macchina fotografica: una Nikon D5300, sentivo sempre la stessa frase. Veniva ripetuta da chiunque, esperti di fotografia o presunti tali: il vero fotografo scatta solo in modalità manuale.
All’inizio ci credevo davvero, e ci diventavo matto. Non capivo perché quella cavolo di barra sul monitor continuasse a muoversi a destra e sinistra senza stare mai al centro, era la misurazione dell’esposizione ovviamente. Ad un certo punto però, grazie anche a questo blog, grazie al quale ho cominciato a muovermi più diligentemente nel mondo della fotografia (ai tempi ero solo un semplice lettore, o meglio ascoltatore del podcast!), ho cominciato a sperimentare la priorità di diaframmi.
FACCIAMO UN PASSO IN DIETRO
Riassumendo brevemente le principali modalità fotografiche che possiamo trovare oggi sulle fotocamere, le chiamerò con nomi generici che tutti possono capire. Anche se so che da brand a brand possono cambiare alcune lettere o alcuni nomi, alla fine il funzionamento è sempre lo stesso. Sappiamo che le macchine fotografiche hanno principalmente 4 modalità di scatto:
- Modalità Automatica: c’è poco da dire, la macchina analizza la scena e decide autonomamente quale sia la migliore triade esposimetrica da utilizzare per la scena che stiamo inquadrando, impostando diaframma, valori ISO e tempi di scatto in totale autonomia. Questa modalità è utilizzata principalmente dai neofiti alle prime armi, ma anche da alcuni professionisti che si devono affidare totalmente alle capacità elaborative del proprio mezzo, per ovvie ragioni di tempo e di risultato.
- Modalità a priorità di tempi: qui invece, si può decidere autonomamente il tempo di scatto in base a quello che dobbiamo fare. Solitamente si utilizza in situazioni dinamiche, dove bisogna fotografare qualcosa in movimento e per cui la nostra principale preoccupazione è quella di fermare il momento, a qualsiasi velocità esso vada. È di gran lunga la modalità preferita dai fotografi sportivi.
- Modalità a priorità di apertura di diaframma: questa modalità ci permette di decidere il diaframma del nostro obiettivo e quindi la profondità di campo necessaria, lasciando alla macchina elaborare il tempo di scatto adeguato per esporre correttamente. Questa modalità, unita, dove possibile, alla limitazione minima e massima degli ISO, è una modalità, se vogliamo, semiautomatica, in quanto con una semplice ghiera possiamo regolare in maniera camaleontica il comportamento della nostra fotocamera.
- Modalità Program: la modalità program (solitamente P) è una modalità in cui la fotocamera seleziona automaticamente l’apertura e il tempo di scatto in base alla luce ambiente e alla sensibilità ISO impostata dall’utente. In pratica, la modalità program consente all’utente di avere un certo grado di controllo sull’esposizione, senza dover regolare manualmente sia l’apertura che il tempo di scatto. In questo modo, la fotocamera regola automaticamente l’esposizione per ottenere una corretta esposizione dell’immagine, senza che l’utente debba preoccuparsi di regolare le impostazioni manualmente.

I DUE GRANDI PROBLEMI DELLA FOTOGRAFIA
Dirò una cosa ovvia per molti, ma vorrei cercare di approfondire il motivo per cui penso che i due grandi problemi della fotografia siano i tempi di scatto e l’apertura del diaframma.
Per quanto riguarda i tempi di scatto, è abbastanza semplice: se dobbiamo immortalare una scena molto dinamica, sarà importante impostare un tempo di scatto molto rapido, spesso preoccupandosi meno degli ISO e dell’apertura del diaframma.
Per quanto riguarda l’apertura del diaframma, invece, il discorso diventa un po’ più complesso a mio avviso.
Mi spiego: oltre a dover decidere la profondità di campo necessaria, in alcuni generi fotografici come la fotografia di paesaggio, è importante conoscere il sweet spot dell’obiettivo che stiamo utilizzando, o meglio ancora potremmo dover conoscere a che diaframma la nostra lente rende al meglio sia al centro che ai bordi. Questo perché nella fotografia paesaggistica è importantissimo avere una resa omogenea della scena che stiamo riprendendo. Ecco perché, oltre alla profondità di campo, entra in gioco anche la qualità dell’immagine.
Certo, alcuni di voi potrebbero obiettare che acquistando una lente di livello medio/alto, se non di livello top, non ci si deve preoccupare molto di ciò, oppure che le fotografie vanno giudicate stampate e, soprattutto su quest’ultimo punto, sono d’accordo. Ma ciò non toglie che se vogliamo elevare la qualità delle nostre produzioni, bisogna stare attenti a tutti i particolari.
Viviamo in un mondo dove tutti possono permettersi una macchina fotografica e questo ha alzato il livello in maniera inverosimile. Quindi, bisogna lavorare sempre di più sui “marginal-gain”, come piace dire a molti. Altrimenti, postiamo le foto su Instagram e siamo tutti felici e contenti, tanto nessuno noterà un calo di definizione agli angoli, ma allora torniamo sempre al solito punto: perché stiamo usando una fotocamera professionale o simile? Basta lo smartphone.
IMPARA A COMPENSARE
Inoltre, un’altra cosa molto importante, che spesso viene sottovalutata, specie da chi è inesperto, è l’utilizzo della funzione di compensazione dell’esposizione. Voi sapete benissimo che eventuali misurazioni esposimetriche sballate, che possono accadere in condizioni di luce critiche, possono renderci la vita parecchio complicata. Imparare ad utilizzare questa FONDAMENTALE funzione, ci può far risparmiare molto tempo e soprattutto molte foto, senza dover per forza ricorrere alla ormai vecchia e macchinosa modalità manuale.

L’AUTOMATICO
Ora penso che abbiate cominciato a capire bene cosa intendo dirvi: la modalità automatica non serve effettivamente, salvo rarissimi casi forse. Anche supponendo che funzioni finalmente davvero in maniera intelligente, ci toglierebbe ogni tipo di gusto, relegando tutte le altre funzioni della fotocamera ad una semplice spesa inutile.
La modalità program è un po’ la mia nemesi, la ritengo né carne né pesce: se voglio che la macchina faccia tutto, metterò in auto, altrimenti almeno il tempo o il diaframma voglio sceglierli io in base alle mie esigenze: ed eccoci arrivati al punto.
Secondo la mia modestissima opinione, le uniche due funzioni presenti sulle fotocamere che servono realmente a un fotografo, che sia amatoriale o professionista, per giungere a un risultato sono la priorità di tempo e la priorità di diaframma.
Ritengo che nel 2023, per come fotografiamo e per come si è evoluta la fotografia, bastino queste due modalità per il 99,99% dei casi. Per il restante 0,01% dovrebbero rimanere solo i modelli top di gamma, quelli che comprano, forse, solo i veri professionisti del mestiere. Cosa ne pensate?
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Foto di copertina by JESHOOTS.COM