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Fotografare le stelle e via lattea con la regola del 600

Alessio Furlan by Alessio Furlan
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Tempo di lettura: 10 minuti circa
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Milky Way photography above concrete building
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Ho scritto tempo fa un articolo introduttivo allo startrail, ovvero la tecnica fotografica che ti permette di ottenere degli effetti fotografici molto interessanti, ovvero una tecnica che ti permette di registrare il — passatemi il termine, ovviamente è la terra che si muove… — movimento delle stelle sulla sfera celeste per ottenere foto come quella che trovi di seguito, tuttavia non hai mai pensato di voler fotografare le stelle e la via lattea?

Nella realtà infatti spesso le necessità sono altre, ovvero NON SI VUOLE ottenere questo effetto, ma si vuole ottenere l’esatto contrario: stelle puntiformi sul paesaggio notturno in modo da poter catturare la Via Lattea come nell’immagine di copertina di questo articolo.

Come fotografare le stelle? Come fotografare la via lattea?

In questo articolo voglio darti un paio di dritte per allenarti in questo tipo di fotografia, suggerendoti e spiegandoti anche la famosa “regola del 600” spesso usata in fotografia con tutti i suoi limiti e pregi per ottenere dell’ottima fotografia cielo stellato.

FOTOGRAFIA VIA LATTEA: LE CONDIZIONI

Le condizioni per fotografare le stelle ed evitare di trovarsi le “strisciate” non si riassumono solo nella ricerca del tempo di scatto ideale, ma ci sono vari fattori da tenere in considerazione. Eccoli elencati:

  • inquinamento luminoso ed orario di scatto;
  • periodo dell’anno;
  • tempo di scatto da usare;

INQUINAMENTO LUMINOSO

È un fattore molto importante che devi tenere in considerazione quando vuoi fare fotografia del cielo notturno, ma se vuoi fotografare la Via Lattea allora questa necessità è ancora maggiore.

Il cielo deve essere il più terso possibile e lontano da fonti di inquinamento luminoso.

L’inquinamento luminoso è quel fenomeno molto fastidioso che puoi notare facilmente durante un temporale o nottata nuvolosa se ti trovi in periferia. Se guardi in direzione dei grandi centri urbani o città noterai che sopra di loro le nuvole sono “illuminate”. Sono ovviamente le luci artificiali della città, come i lampioni stradali e degli edifici, che raggiungono gli strati più alti dell’atmosfera tanto da illuminare le nuvole.

fotografare le stelle
Fotografare le stelle: esempio di inquinamento luminoso proveniente da una città sullo sfondo.

Io che abito a Ceggia (un piccolo comune nella provincia di Venezia) in queste situazioni sono in grado di vedere le chiazze luminose dei centri più grandi a distanza di 40–50km. Rispettivamente:

  • San Donà di Piave
  • Jesolo
  • Mestre/Venezia
  • Treviso
  • Oderzo

È vero che con il cielo nuvoloso non farai di certo foto alle stelle, ma il concetto non cambia perché anche nelle giornate più limpide comunque i centri urbani irradiano nel cielo la luce artificiale.

Il cielo, seppure apparentemente limpido, contiene sempre polveri sospese, smog o goccioline d’acqua (umidità) che — seppure in modo meno appariscente — riflettono la luce verso il basso.

Per farti capire ancor di più cos’è l’inquinamento luminoso parti dalla considerazione che le stelle hanno un valore chiamato “magnitudo” che ne identifica la loro “luminosità” nel cielo rilevabile da un certo punto di osservazione. La magnitudine limite ad occhio nudo e sotto un cielo perfettamente buio e terso è circa 6. Stelle con un valore più alto (7..8… 10 ecc..) non sono visibili ad occhio nudo, mentre quelle con valori più bassi sono più luminose.

Fatta questa premessa, gli abitanti della periferia di NewYork non riescono a vedere le stelle con magnitudo superiore a 4 mentre dal centro di Manhattan il limite è solo di 2. Incredibile vero? (fonte Wikipedia). L’inquinamento luminoso è il peggior nemico per il fotografo del cielo notturno.

Seconda cosa da tenere in considerazione è l’orario di scatto: aspetta sempre 2–3 ore successive al tramonto prima di metterti a fare questo tipo di foto, altrimenti rischi di beccare ancora la luce del sole che si riflette sull’atmosfera terrestre che funge come da “inquinamento luminoso”.

Allora come ti sembra questo articolo? Ti piace? Perché non lo condividi con i tuoi amici o sul tuo social network preferito? Aiuterai sia il blog a crescere e potresti suggerire qualcosa di interessante a chi ti sta attorno!

COME FARE PER EVITARE L’INQUINAMENTO LUMINOSO?

Purtroppo l’Italia e sopratutto la Pianura Padana sono le zone con l’inquinamento luminoso maggiore in Europa e nel Mondo (vedi foto sopra), tuttavia è anche facile evitarlo a patto di farci una bella nottata tra le Alpi ed Appennini.

Se vuoi fare questo tipo di fotografia al meglio l’ideale è proprio recarsi in questi posti, anche se puoi comunque tentare di ottenere qualche buon risultato se fotografi dalle coste sfruttando il buio totale del mare.

Da questo sito puoi vedere l’inquinamento luminoso per farti capire l’entità della questione: https://www.youcanseethemilkyway.com/light-pollution/

PERIODO DELL’ANNO IDEALE

Se voi fotografare le stelle per fare uno startrail non hai problemi di stagionalità… Anzi… forse d’inverno vengono fuori più belle perché il fulcro apparente sulla quale ruotano è più basso ma diverse sono le cose se vuoi fotografare la Via Lattea; in questo caso ecco i dati che ti servono:

Da che parte guardare? Verso SUD!

  • Da Aprile a Maggio la via lattea è visibile poco prima dell’alba;
  • Da Giugno ad Agosto è visibile nelle ore centrali della notte;
  • Da Settembre ad Ottobre è visibile nelle ore subito successive al tramoto;

COME FOTOGRAFARE LA VIA LATTEA?

Per fotografare la via lattea non ci sono molte cose da fare. Una volta che hai determinato il luogo ideale, il tempo di scatto e la posizione dalla quale fare le foto il resto sono parametri tecnici:

  • Il corpo macchina deve avere ottime prestazioni alle alte sensibilità, quindi dai 3200 ISO in su! Sotto questo punto di vista di solito le FullFrame lavorano meglio, ma ormai non è più una loro esclusiva;
  • Come obiettivo è importante poter usare grandi aperture con una partenza di almeno ƒ/2.8. Qualcuno magari avere il dubbio che sia necessario chiudere il diaframma per avere maggiore profondità di campo, ma non ha senso con oggetti che sono posti “all’infinito”, quindi anche f/2 o f/2.8 va più che bene. L’obiettivo consigliato è uno GRANDANGOLARE in modo che, sulla base della regola del 600, tu possa usare tempi di scatto più lunghi senza incappare delle “strisciature” delle stelle;
  • Devi ovviamente disporre di un treppiede molto stabile (clicca qui per leggere un mio articolo al riguardo);
  • Per la corretta messa a fuoco usa la modalità manuale impostando la messa a fuoco su INFINITO.

Un buon punto di partenza è ISO3200, ƒ/2.8, 30” ma per definire il tempo di scatto ideale, senza incorrere nello startrail, segui la prossima regola.

Prima di continuare ti chiedo un piccolo favore. A te non costa nulla, mentre a me serve per migliorare la visibilità di questo post. Condividi questo articolo!

LA REGOLA DEL 600 PER DETERMINARE I TEMPI DI SCATTO

Una regola molto semplice, efficace, ma ovviamente basilare è quella del “600” che serve per determinare il tempo di scatto MASSIMO possibile senza ritrovarti con le “strisciate” delle stelle nella tua foto.

La regola del 600 indica quali sono i tempi (in secondi) da utilizzare prima che il movimento delle stelle sia percettibile nelle foto. Questo valore si ricava dividendo il numero 600 per la lunghezza focale apparente dell’ottica che state utilizzando.

Se ti stai chiedendo che cosa significa focale apparente, si intende la focale reale che stai ottenendo che potrebbe non essere quella dell’obiettivo.

Per essere più chiari possibili e hai presente il fattore di moltiplicazione la focale apparente è questa:

  • se usi una fotocamera con sensore APS devi moltiplicare la focale dell’obiettivo per 1.5 oppure 1.6 in base al fatto che tu stia usando Nikon o Canon.
  • se usi una fotocamera con sensore Micro 4/3 (Olympus-Panasonic) devi moltiplicare la focale dell’obiettivo per 2.

Ovviamente se usi una FullFrame non devi fare alcuna moltiplicazione perché la focale apparente è quella dell’obiettivo stesso.

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ESEMPI PRATICI

Regola generale: Tempo di scatto = 600 / Lunghezza focale

Se stai usando un obiettivo con 18mm di focale su una FullFrame puoi usare un tempo massimo di scatto pari a circa 33 secondi (infatti se faccio 600 diviso 18 ottengo 33)

E se invece usi una fotocamera APS Canon? Bisogna moltiplicare la focale per 1.6 quindi il calcolo non va fatto con il valore di 18mm ma con quello di 28. In questo caso il tempo massimo di scatto che potrai usare è pari a circa 21 secondi (infatti se faccio 600 diviso 28 ottengo 21).

E se invece usi una fotocamera APS Nikon? Bisogna moltiplicare la focale per 1.5 quindi il calcolo non va fatto con il valore di 18mm ma con quello di 27. In questo caso il tempo massimo di scatto che potrai usare è pari a circa 22 secondi (infatti se faccio 600 diviso 27 ottengo 22).

E se invece usi una fotocamera MFT 4/3? Bisogna moltiplicare la focale per 2 quindi il calcolo non va fatto con il valore di 18mm ma con quello di 36. In questo caso il tempo massimo di scatto che potrai usare è pari a circa 16 secondi (infatti se faccio 600 diviso 36 ottengo 16).

SEMPLIFICHIAMO I CALCOLI?

Prendere la focale dell’obiettivo, moltiplicarla per il fattore di moltiplicazione e poi usarla come divisore per il numero 600… che casino! Trovi troppo complicato fare il calcolo della moltiplicazione? Allora tieni conto di questo in modo da fare un solo calcolo:

  • usa il numero 600 nel calcolo se usi FullFrame (e fin qui nulla di nuovo);
  • usa il numero 400 nel calcolo se usi APS Nikon (quindi nel nostro esempio se fai 400 diviso 18 ottieni: 22 secondi esattamente come prima);
  • usa il numero 375 nel calcolo se usi APS Canon (quindi nel nostro esempio se fai 375 diviso 18 ottieni: 21 secondi esattamente come prima);
  • usa il numero 300 nel calcolo se usi MFT 4/3 (quindi nel nostro esempio se fai 300 diviso 18 ottieni: 16 secondi esattamente come prima);

LIMITI E CONSIDERAZIONI SULLA REGOLA DEL “600”

Come tutte le regole “generiche” anche questa ha dei limiti legati al fatto stesso che non ci può essere una regola buona per tutte le condizioni.

Anche facendo tutti i calcoli corretti infatti potresti riscontrare che il tempo di scatto utilizzato non è sufficiente ad evitare di ottenere uno “startrail” (ovvero le stelle che lasciano una “striscia” sul fotogramma). Potresti infatti riscontrare la necessità di usare dei tempi di scatto più veloci rispetto a quelli indicati. Ma perché?

Il motivo è molto semplice: le stelle apparentemente girano di 360° nell’arco delle 24 ore attorno ad un asse immaginario in corrispondenza della stella polare, di conseguenza:

  • la stella polare sembra sempre ferma al suo posto
  • le stelle limitrofe alla stella polare sembrano ruotare lentamente;
  • le stelle più vicine all’orizzonte sembrano “correre” più velocemente.

Questo è il limite della regola del 600, infatti se il tempo suggerito è sufficiente per fotografare le stelle vicine all’asse della stella polare, potrebbe non essere sufficiente per quelle che si trovano più distanti in quanto la velocità apparente è maggiore.

L’altro fattore da tenere in considerazione sono ovviamente i megapixel (risoluzione) della tua fotocamera. Una fotocamera con tanti megapixel permette di ingrandire i particolari molto di più e di conseguenza è probabile che si noti un leggero startrail in fotogrammi che magari non si sarebbero mai notati se fatti con una fotocamera con risoluzione decisamente inferiore.

Di base quindi usa questa regola come “indicativa”, senza prenderla coma una cosa scientifica.

Di seguito puoi anche trovare una tabella in PDF pratica con i calcoli già fatti: CLICCA QUI PER SCARICARLA

UN VIDEO RIASSUNTIVO

Vi segnalo questo video di Luca Fornaciari che può chiarirti ulteriormente le idee sull’argomento e tecnica:

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Alessio Furlan

Blogger, PodCaster e Fotografo. Quello che voglio è condividere la mia grande passione per la fotografia con te tramite articoli e video.

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#landscape #italy_captures #dolomites
  • La scelta di un software per SVILUPPARE le proprie immagini è sempre una questione molto complessa. Cosa uso io? Prevalentemente Capture One PRO e LIGHTROOM.

Eh si... pago due licenze... Perché trovo che i due software abbiano potenzialità differenti in base al tipo di lavoro/sviluppo che devo fare.

Se dovessi sceglierne uno solo andrei su Capture One PRO, anche se sotto TANTI punti di vista è un software che mi fa strappare anche gli ultimi capelli che mi sono rimasti. Ma ha una resa e gestione della Color a mio parere ineguagliabili da nessuno. Ma proprio NESSUNO. Quindi lo perdono.

Lago di Braies. Ottobre 2022
  • Per questa foto ho ricevuto tanti, ma veramente tanti, complimenti dai vari fotografi hobbisti/amatoriali che mi chiedevano info tecniche sulla post-produzione, filtri usati ed attrezzatura fotografica per ottenere un risultato del genere.

Ecco... secondo me questo è il grande limite dei fotografi hobbisti/amatoriali: focalizzarsi troppo sull
  • Alcune persone per "distrarsi" hanno bisogno di andar a fare baldoria, divertirsi e non pensare a nulla. Io invece amo andare in posti tranquilli, a contatto con la natura, dove posso sentire meglio me stesso. #Cansiglio #canon 

Foto fatta con Canon EOS R5 ed Obiettivo RF 50mm STM. Sviluppo con Lightroom CC Cloud.
  • A volte abbiamo la tendenza di fare editing mostruosi per sviluppare le foto. Nella realtà spesso la natura già ci da quello che ci serve. Basta giusto dargli una sistemata perché il digitale è comunque "stupido". 

Foto fatta con Canon EOS R5 + RF50mm. Un obiettivo che ho acquistato a circa 180 Euro.... Ed è strepitoso.... Hei @canonitaliaspa .... io li uso i vostri prodotti, se magari mi invitaste ai vostri eventi di presentazione delle nuove macchine invece che promettermelo e basta magari potrei anche dare qualche info in più a chi mi segue. 😅

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