Inutile girarci intorno: ricevere un compenso come fotografo amatoriale per un servizio svolto è sicuramente una grossa soddisfazione nonché un ottimo stimolo per migliorarsi e studiare nuove tecniche.
Tuttavia, se sei un fotografo amatoriale, ti potrebbe sembrare eticamente scorretto, e probabilmente anche un poco imbarazzante, farti pagare per scattare delle fotografie.
Il problema non è legato naturalmente alla tua bravura e competenza nel settore, ma proprio al ruolo che svolgi, ossia quella di fotografo amatoriale.
MI SPIEGO MEGLIO
Chi si dedica ad un hobby, lo fa soprattutto per passione, e quindi difficilmente pensa alla possibilità di poter trarre profitto dalla sua passione. Questo almeno all’inizio.
Può succedere che la passione si trasformi in vero e proprio lavoro, ma allora le cose sono un poco diverse.
Per ora, restiamo nell’ambito della fotografia amatoriale: diciamo che sei abbastanza bravo da realizzare sempre scatti fatti bene, e abbastanza preparato sia dal punto di vista teorico che per quanto riguarda l’attrezzatura, tanto che qualche amico e/o parente ti chiede di partecipare ad una festa di compleanno o a una ricorrenza, non solo come invitato ma anche come fotografo.
Una volta una richiesta del genere sarebbe stata accompagnata dalla rassicurazione circa il rimborso del costo dei rullini e del processo di stampa.
Oggi, chiaramente, non avrebbe però senso soprattutto perché una volta terminate le tue foto puoi scaricare tutto il materiale su una pendrive USB o caricarle online e l’amico o il parente interessato si può stampare le foto che più gli piacciono da solo.
LAVORARE PER AMICIZIA
In questo caso, quindi, lavoreresti soprattutto per amicizia, per amore della fotografia e per farti un portfolio fotografico e, dal tuo punto di vista, può essere visto anche come un investimento, non solo di un favore ad un amico.
Fare qualche lavoro gratis può essere un buon metodo (quindi investimento) per crearsi una serie di foto da poter far vedere a “potenziali nuovi clienti”. Qual ora tu decidessi di far diventare questo hobby una professione vera e propria.
In ogni caso, una volta che hai fatto una certa esperienza in fatto di foto di compleanni o piccoli eventi, anche partecipandovi in maniera completamente gratuita, ti si può presentare l’occasione di dover chiedere un compenso come fotografo.
LA DOMANDA FATIDICA
A volte capita per puro caso, perché un cliente ti pone una domanda semplice e banale allo stesso tempo la cui risposta però, le prime volte, può risultare imbarazzante. Più per te che non per il cliente a dire il vero:
“Quanto ti devo?”
Sono solo tre parole ma devi essere pronto a saper rispondere per non sembrare poco professionista, ma anche non professionale.
IL MINIMO SINDACABILE
Non è facile definire un compenso come fotografo ma puoi comunque seguire questi consigli su come determinare un prezzo quanto meno “equo”.
Se è vero che non vuoi arricchirti con il tuo hobby è anche vero che non puoi rimetterci i soldi del carburante, dell’autostrada o del parcheggio.
Per prima cosa devi calcolare rapidamente la distanza casa-lavoro e farti due conti di quanto ti costa “spostarti”.
Già parendo da questo presupposto, anche ipotizzando di voler far un lavoro “gratis” : al vicino di casa puoi tranquillamente offrire un servizio fotografico a costo zero, mentre a qualcuno più distante dovresti almeno richiedere dei soldi a titolo di rimborso spese forfettario.
Come fare il calcolo di base? Ecco una semplice valutazione:
- La mia auto fa 20 km con 1 litro di diesel
- Il lavoro è a 50km (=100 km complessivi)
- Il diesel costa 1,25 euro al litro
- Pago il pedaggio autostradale 7 Euro (14 euro complessivi)
Significa che, solo per spostarmi, consumo 5 litri di benzina che mi costano 6,25 Euro, ai quali devo aggiungere le 14 euro di pedaggio autostradale. Totale 20,25 Euro.
Anche a voler fare un lavoro “gratuitamente”, devo chiedergli almeno 20 euro.
FOTOGRAFARE IL MATRIMONIO DI UN AMICO O CONOSCENTE
Un po’ diversa è la situazione se ti chiedono di presenziare come fotografo ufficiale ad un evento più importante, come una comunione o un matrimonio.
In questo caso, oltre al prezzo base per rientrare delle spese, è bene che valuti anche la possibilità di sentirti realmente all’altezza di questa situazione, in particolare nel caso del matrimonio.
Oggi i matrimoni prevedono un numero infinito di scatti, nelle diverse location, in chiesa o al comune, al ristorante eccetera.
Si tratta di un lavoro molto lungo e complesso che non prevede una sola giornata di lavoro, ossia quella del matrimonio, ma anche un periodo di preparazione, per comprendere i desideri degli sposi sul tipo di foto che vogliono e uno successivo di cernita, per eliminare tutti gli scatti venuti male e post-produzione di base.
Non si può pensare, infatti, di consegnare tutto il materiale fotografico agli sposi senza prima aver eliminato foto che… rovinerebbero la tua reputazione di fotografo!
ATTENZIONE: I professionisti che fanno di mestiere i fotografi di matrimonio non ci sono arrivati li così per caso, ma hanno alle spalle anni di esperienza e sopratutto, visto che fanno questa attività di professione, sono anche preparati agli imprevisti che potrebbero accadere durante l’evento.
Non prendere quindi alla leggera la proposta che qualcuno ti potrebbe fare. Valuta bene anche i doveri e rischi ai quali vai in contro se combini qualche stupidaggine.
In ogni caso, per tornare alla domanda principale: quanto devi e puoi farti pagare per un servizio fotografico durante il matrimonio?
Anche in questo caso la risposta può dipendere da diversi parametri, in primis, se sei anche un invitato o se sei solo ed esclusivamente il fotografo.
VALUTAZIONI BASE DA FARE
Nel primo caso, puoi decidere di offrire le tue competenze nel settore fotografico come regalo di nozze per gli sposi. Se scegli di comportarti in questo modo, dovresti farti carico anche delle spese di stampa e del fotolibro, per offrire realmente un bel servizio nonché regalo.
Nel secondo caso, se il tuo ruolo è esclusivamente quello di fotografo, allora un compenso come fotografo minimo deve tenere presente sia delle spese di viaggio, che della giornata intera, soprattutto se magari, per fare le foto al matrimonio, hai dovuto utilizzare un giorno di ferie al lavoro o comunque mettere da parte altri impegni.
Qui entra in gioco il prezzo orario che è molto soggettivo. Per un professionista può essere “facile” determinare il prezzo orario, o quanto meno può fare delle valutazioni sulla base di costi “fissi” che sostiene.
Ma tu, come fotoamatore, devi fare una valutazione su quello che secondo te è un giusto prezzo per il tuo tempo. Personalmente non “regalerei” il mio tempo a sconosciuti per meno di 50 euro/ora. E questo include solo il mio “tempo”, non le spese.
Direi che un prezzo onesto, soprattutto se si tratta delle tue prime esperienze come fotografo di matrimoni facendosi stampare degli album da ditte commerciali a basso costo, può essere tra i 300 e i 400 euro più eventuale rimborso spese di viaggio.
Come puoi capire anche tu è facile arrivare compensi come fotografo finali intorno ai 500-600 Euro che sono i prezzi che solitamente i “fotoamatori” fanno per un lavoro occasionale.
Questo, naturalmente, se il matrimonio impegna una giornata intera. Viceversa, se vengono richieste solo le foto in chiesa o al Comune o ancora solo al rinfresco, dovrai automaticamente abbassare un poco i prezzi.
GLI ACCESSORI
Sono questi elementi che cambiano il prezzo e va concordato se le foto dovranno essere stampate, se si vuole il fotolibro ed altri dettagli che ovviamente non possono essere a tuo carico, ma ti devono rientrare per intero.
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NON SOLO SERVIZI FOTOGRAFICI, ANCHE FOTO SINGOLE
Quando si ha una certa esperienza o quando non si è appassionati di fotografia in generale, ma di un certo campo, si tende a specializzarsi in quel senso.
Panorami, tramonti, elementi atmosferici, foto sportive e molto altro, sono solo alcune delle tematiche che possono essere di ispirazione per i fotografi.
In questo caso, se sei appassionato ed esperto di un genere fotografico, o meglio di una tematica specifica, ti può accadere di fare degli scatti molto significativi, delle foto particolarmente belle, non solo dal punto di vista tecnico, ma soprattutto dal punto di vista espressivo.
Una sforbiciata al volo per prendere un pallone, un abbraccio tra compagni di squadra, un fulmine che si apre in mezzo al cielo: sono molte le foto che colpiscono chi le guarda e che possono chiederne una copia.
Anche in questo caso, tuttavia, il prezzo di una foto può variare a seconda di una serie di fattori: da chi chiede la foto, innanzitutto.
La foto della propria nipotina al primo saggio di danza chiaramente la si regala, quella, invece, di un paesaggio, di un tramonto o di un particolare elemento architettonico può essere venduta, anche ad un parente se non ti sta tanto simpatico.
Il prezzo, naturalmente, varia a seconda che si sia effettuata la stampa, e quindi dalle dimensioni di stampa, o se si consegna in digitale, naturalmente diminuendone la risoluzione per garantirsi una sorta di diritto d’autore.
Tuttavia, se sei un fotografo amatoriale hai molta più possibilità di realizzare servizi fotografici presso feste ed eventi che non di vendere foto singolarmente.
Per avere maggiore possibilità di vendere le foto singole può essere conveniente iscriversi presso siti internet (leggi questo articolo sulla stock photography) che richiedono le foto, di professionisti e non, per diversi usi nel web: in questo caso, tuttavia, il problema di quanto chiedere non sussiste visto che nella maggior parte dei casi i prezzi sono imposti dal sito stesso.
IL PREZZO SULLA BASE DELLA MOTIVAZIONE
Un altro punto importante da definire è il motivo per cui si vende la foto.
Potresti pensare che una foto è sempre la stessa, sia che si venda ad un amico che ad un’associazione sportiva o culturale.
In realtà non è così: una cosa è vendere la foto a qualcuno che la terrà chiusa nel cassetto per ricordo e un’altra è vendere una foto che verrà pubblicata su dépliant, brochure, riviste eccetera.
In quest’ultimo caso, puoi chiedere compensi più alti, sempre tenendo conto, naturalmente, dell’uso che verrà fatto della foto, ossia del cliente che la desidera.
I prezzi quindi possono variare tra i 5–10 euro se il cliente è, ad esempio, un’azienda locale con poca visibilità, fino alle centinaia di euro se vendi un tuo scatto ad un’azienda con diffusione nazionale.
ASPETTI FISCALI DEL COMPENSO COME FOTOGRAFO AMATORIALE
Quando si mettono vicine le parole “compenso” e “fotografo amatoriale” di solito è come sollevare un vespaio:
- da un lato i fotografi professionisti — quelli che con la fotografia ci devono pagare le bollette ed il pane — accusano che questa pratica è illegale e danneggia chi lavora onestamente e paga le tasse:
- dall’altro ci sono tanti fotografi amatoriali che si fanno comunque pagare per i loro servizi basandosi su una leggenda metropolitana riguardo al fatto che fino ai 5.000 € annui non serve avere la p.iva.
Ebbene, entrambi sbagliano. Ma la soluzione è molto più semplice di quello che si possa pensare.
SFATIAMO I MITI
Ne ho sentite di tutti i colori nonostante la cosa più ovvia sarebbe semplicemente chiedere chiarimenti ad un commercialista. Ad ogni modo:
- farsi pagare per un lavoro senza avere la p.iva non è illegale. Mettetevi il cuore in pace professionisti del settore… se uno non ha la P.Iva e sta facendo un lavoro fotografico non è per questo un evasore o un lavoratore “in nero”;
- la tanto citata soglia dei 5.000 € esiste ma riguarda un altra cosa, pertanto farsi pagare senza rilasciare una dichiarazione e denunciare l’incasso ottenuto all’agenzia delle entrate significa fare le cose in modo illegale ed essere soggetti a denunce e sanzioni.
In Italia non è vietato svolgere un lavoro fotografico retribuito senza essere fiscalmente dei fotografi professionisti (ovvero avere una p.iva), a patto che si rientri in una casistica molto specifica che l’agenzia delle entrate ha inquadrato in modo molto ben definito: lavoro occasionale.
IL LAVORO OCCASIONALE
In sostanza, senza andare sul tecnico (potrai trovare facilmente nel web tutti i dettagli tecnici), se ti capita in modo del tutto occasionale che un conoscente/amico (ma può essere anche un’azienda) ti chieda di fare un lavoro retribuito che non ha nulla a che vedere con la tua attività che svolgi regolarmente, puoi farlo.
E puoi anche farti pagare a patto che tu rilasci una ricevuta per lavoro occasionale (una specie di fattura) che dovrai anche comunicare all’agenzia delle entrate tramite la dichiarazione dei redditi l’anno successivo.
Se vuoi approfondire l’argomento sul lavoro occasionale ti segnalo questo articolo: Ricevuta per prestazione occasionale: cos’è, come si fa e quali sono i limiti?
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