Il focus stacking è una tecnica fotografica che ti permette di gestire meglio la profondità di campo in fotografia. Conoscerla può semplificarti la vita!
Tramite la tecnica del Focus Stacking puoi ottenere una immagine finale con una profondità di campo estesa se non infinita.
Questa tecnica ti permette di superare i limiti tecnici e fisici delle ottiche ed aperture usabili in fotografia e segue una logica molto simile alla fotografia HDR.
GUARDA IL MIO VIDEO
Di seguito ho scritto un articolo su questa tecnica, tuttaiva ho fatto anche un video dedicato che trovi qui sotto oppure andando sul mio canale YouTube):
CONTESTI D’USO DEL FOCUS STACKING
Quante volte ti sarà capitato di voler fare una foto con una profondità di campo estesa ma non riuscirci nemmeno chiudendo il diaframma al massimo?
Io di contesti simili ne conosco molti ma ce ne sono due dove sicuramente incappi in questa problematica:
- Fai un paesaggio e hai un bel soggetto in primo piano
- Vuoi fare una macro usando un teleobiettivo
In questi contesti, per quanto tu chiuda il diaframma, otterrai sempre un’immagine con delle zone non perfettamente a fuoco.
Con il focus stacking si risolve questa caratteristica ottenendo una foto perfettamente nitida dal primo piano all’infinito.
PERCHÈ NON BASTA CHIUDERE IL DIAFRAMMA
Spesso sento dire che per avere “tutto nitido” bisogna chiudere il diaframma. Ma questo non è propriamente corretto.
Se conosci come funziona una fotocamera e la profondità di campo, sai bene che le fotocamere sono in grado di mettere a fuoco solo un piano specifico della scena.
Progressivamente il dettaglio degrada man mano che si va “oltre” il punto di messa a fuoco oppure se si “anticipa”.
Chiudere o aprire il diaframma ti permette di avere un margine di tolleranza maggiore o minore sul quale “ingannare” l’occhio umano che non sarebbe in grado di percepire il calo di dettaglio.
LA DIFFRAZIONE
Chiudere tanto il diaframma, magari portandolo al limite della possibilità dell’obiettivo (f/32 ad esempio) può inoltre causare la comparsa della diffrazione.
È un fenomeno fisico che colpisce la luce che è costretta a passare attraverso un foro troppo piccolo (diaframmi estremamente chiusi appunto).
La diffrazione è caratterizzata da un calo nel dettaglio dell’immagine e la comparsa di una diffusione della luce sulle parti più luminose.
L’IPERFOCALE NON BASTA
Tra le varie leggende metropolitane, c’è anche chi consiglia di usare la tecnica dell’iperfocale (o è convinto che serva a tale scopo).
Nella realtà l’iperfocale serve per ottenere la profondità di campo da un dato punto all’infinito. Ma non significa che lo sia anche dal primo piano…
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IL MIO VIDEO SULL’IPERFOCALE
COME APPLICARE IL FOCUS STACKING
Qui entra in gioco la tecnica del focus-stalking che, nella pratica, ha una logica veramente semplice.
La tecnica consiste nel fare più foto (al paesaggio o al soggetto nel caso della microfotografia) mettendo a fuoco punti differenti dell’immagini.
Successivamente si procede, attraverso un software (Photoshop, Affinity Photo ecc…) ad unire le tre immagini.
Il software andrà ad estrapolare, dopo un’analisi delle varie immagini, solo le parti perfettamente nitide e ne creerà una di unica.
AUTOMATISMI DELLA FOTOCAMERA
Di prassi si usa un software per gestire il focus stacking, tuttavia molte fotocamere sono ormai in grado di gestirlo in modo autonomo.
Controlla se la tua fotocamera ha questa funzionalità, potrebbe esserti utile perché, a fronte di più foto, te ne genera una sola con la profondità di campo massima possibile.
SI TRATTA DI BRACKETING?
Se ci pensi bene e hai già letto il mio articolo dedicato al bracketing, noterai che la tecnica alla fine è molto simile.
Ed infatti, tra i vari sistemi di bracketing, c’è appunto il “focus bracketing”; un automatismo che permette di fare 3 o più scatti con punti di messa a fuoco differiti tra loro.
DAI PAESAGGI ALLA FOTOGRAFIA MACRO
La tecnica del focus stacking è molto comoda ed utile se vuoi realizzare dei paesaggi perfettamente nitidi dal primo piano all’infinito.
Ma è una tecnica valida anche per la fotografia macro. Spesso per la fotografia macro si usano dei teleobiettivi (100mm macro) costruiti in modo specifico per mettere a fuoco degli elementi da distanze molto ravvicinate.
Questo mix “focale elevata + distanza ravvicinata” – come spiego nel mio manuale sul Bokeh – è un mix micidiale che comporta una profondità di campo estremamente ridotta.
La mancanza di profondità di campo è uno dei problemi principali che deve gestire chi fa fotografia macro e la tecnica del focus stacking potrebbe essere la soluzione.
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